Anche la FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri prende posizione sull’iniziativa dei “braccialetti destinati ai bambini” per il distanziamento a scuola.

Aveva destato scalpore infatti un articolo pubblicato da ANSA dove veniva specificato che i bambini tra i 4 e i 6 anni avrebbero utilizzato “un braccialetto hi-tech ai polsi per tornare in sicurezza all’asilo rispettando le giuste distanze”.



Per quanto però “l’iniziativa sarà sviluppata e spiegata come se fosse un gioco”, come illustrato dal preside della scuola, auspichiamo che si ragioni meglio su questo utilizzo.

I braccialetti si sono annunciati per “una scuola dell’infanzia paritaria nel Varesotto, a Castellanza”.

Di seguito la spiegazione della loro applicazione e del “sistema” il quale si serve anche di una app a distanza, che permette di monitorare i contatti tra i piccoli nell’istituto scolastico: “sono stati acquistati, da una ditta italiana, duecento braccialetti smart per alunni e personale della scuola. I cerchietti vengono infilati al polso dei piccoli all’interno dell’istituto come se fossero degli orologi: una volta impostata la misura di un metro minimo di distanza tra loro, gli aggeggi vibrano e si illuminano se si supera il limite consentito di vicinanza fisica”.



Ma vediamo cosa dice la FIMP dai suoi canali ufficiali

I pediatri, con il loro presidente Paolo Biasci, esordiscono nel loro post così: “Braccialetti che allertano i bambini quando si avvicinano troppo ai propri compagni?
No, grazie! Il Coronavirus non si combatte così.

E continuano: “Per la riapertura sperimentale dei servizi per l’infanzia servono strategie organizzative e di prevenzione che non possono minare la natura della convivenza tra bambini.
Quali? Ad esempio…

  1. Valutando lo stato infettivologico di bambini, genitori e personale scolastico prima della riapertura (entrano solo quelli negativi per il SARS-CoV-2) e verificandolo con regolarità nel tempo.
  2. Organizzando le attività in piccoli gruppi che rimangano fissi nel tempo evitando attività promiscue tra gruppi.
  3. Favorendo le attività all’aperto e il regolare ricambio d’aria degli ambienti.
  4. Attivando con tempestività le indagini diagnostiche (tampone subito) per i bambini o il personale che sviluppassero sintomi riconducibili alla definizione di caso sospetto per COVID-19 e prevedendone l’isolamento domiciliare (del soggetto e di tutti i suoi contatti) fino all’esito degli esami.



I pediatri di famiglia stanno dalla parte dei bambini e rimangono disponibili a collaborare con le istituzioni nella definizione delle migliori strategie di ripresa della attività sociali, educative e ricreative dei bambini e delle loro famiglie”.



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