Migliaia tra lavoratrici e lavoratori versano in condizioni economiche gravi, non hanno ancora ricevuto l’assegno dall’Inps per il fondo integrazione salariale.

E da oltre 2 mesi e mezzo sono senza reddito.




Descriviamo di seguito il pensiero, lo stato d’animo, di Anna Cascone, addetta alla refezione scolastica presso il comune di Castellammare di Stabia. Perché ad oggi, Anna, come tantissime delle sue colleghe e colleghi non ha ancora ricevuto dall’Inps l’assegno del FIS (Fondo integrazione salariale).

Aggiunge Gigi Riccardi della Segreteria U.L.S.S.A. Campania: “Mentre il governo fa proclami, ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori che versano in condizioni di precarietà economica grave”.




La lettera di Anna

“Vorrei spiegare due cose a chi ci considera solo scodellatrici…

Noi siamo addette mensa e quasi tutte mamme, e anche chi non lo è accudisce i bambini degli altri come se lo fossero, e questo nonostante il continuo dito puntato per i capricci di alcune mamme.

Tutte noi lavoriamo con grande impegno e anche passione.

Siamo quelle che mentre porgono il piatto ai bambini gli fanno una carezza sulla testa scompigliandogli i capelli, quelle che si inginocchiano al loro tavolo per convincerli ad assaggiare pietanze che a casa nemmeno annuserebbero, quelle che (poco poco perché lo sai che non puoi) danno un pochino di bis negatogli perché magari è un po più cicciotto o paffutello, siamo quelle che vengono chiamate “fuoche” e non cuoche dai più piccoli, quelle che girano avanti e indietro tra i tavoli fino a che la boul del bis non è vuota, quelle che li fanno sorridere e li vedono crescere da un anno all’altro e spesso li accompagnano dal nido alle elementari.




Ora educatamente vorrei spiegare a chi ancora continua a farci aspettare ciò che ci spetterebbe. Il fatto di pensare solo ai soldi e alla cassa integrazione, in questo periodo non significa che non ci manchi il nostro lavoro e i nostri bambini. Ma siamo mamme anche dei nostri di bambini, anche se un pò cresciuti, e come serviamo il pranzo a mensa, vorremmo servirlo anche ai nostri figli, visto che sono tre mesi che tante ancora non hanno percepito un centesimo, spesso sole e monoreddito con bollette da pagare, un mutuo o un affitto e figli da mantenere.

E i solleciti di pagamento continuano ad arrivare. Chiedo venia se in questo momento pensiamo ad un misero assegno da parte dell’INPS che ci basterà a malapena per pagare le bollette. Queste sono le addette alla refezione scolastica e non semplici scodellatrici.



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