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Gragnano, ieri i funerali del 17enne ucciso: malore per la madre

Palloncini bianchi e blu fatti volare al cielo, un applauso quando la bara di Nicholas Di Martino è giunta nel cimitero cittadino di via Dei Sepolcri. Si sono svolti nella massima compostezza, e senza alcun assembramento, ieri mattina all’alba (la Prefettura ha disposto la celebrazione in forma privata e blindata alle 6 del mattino) i funerali del 17enne ucciso a coltellate in via Vittorio Veneto in seguito ad una lite. La bara di Nicholas è arrivata direttamente al cimitero, accompagnata dai genitori e dai parenti più stretti. Tra dolore e rabbia, parenti ed amici hanno utilizzato il colore celeste per i palloncini, che ricordano, con il cartello “Ciao Nicholas”, l’innocenza dei bambini. Non sono mancati momenti di apprensione, per un lieve malore che ha colpito la madre di Nicholas.



Si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza e la donna è stata prontamente soccorsa. Ma la tensione sui monti Lattari resta alta. L’incubo di una faida resta alto, considerato che il 17enne morto era nipote del boss ergastolano Nicola Carfora. Per il suo omicidio sono stati già arrestati Maurizio Apicella (19 anni) e il complice Ciro Di Lauro (21). A testimoniare la tensione altissima che si vive tra Gragnano e Pimonte sono anche gli arresti dei 4 legati alla famiglia Carfora, ritenuti dagli inquirenti responsabile del raid a colpi di pistola che, poche ore dopo la morte di Nicholas, portò al ferimento (in via Pasquale Nastro) del 20enne Salvatore Pennino, ritenuto amico di Apicella.



Oggi il gip dovrà esprimersi sulla convalida dei fermi dei fratelli Antonio e Giovanni Carfora (figli di Nicola), del cugino Raffaele Iovine e di Giovanni Amendola, ritenuti responsabili del ferimento di Pennino. Si cerca anche un quinto uomo, che avrebbe partecipato al raid di via Pasquale Nastro. Secondo quanto affermato dallo stesso Pennino alle forze dell’ordine, il commando dei Carfora si sarebbe appostato all’interno di un portone della strada centrale di Gragnano. Alla vista dell’auto guidata dal 20enne, sarebbe partita la raffica di proiettili che, soltanto per un caso fortuito, hanno colpito Pennino soltanto ad un polso.



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