E’ amore per la sua terra e per la sua lingua antica e sempre moderna. Ancora una volta Carlo Avvisati, giornalista e scrittore, noto anche ai lettori del nostro giornale, ha fatto sgorgare dalla sua penna una dichiarazione d’amore per le sue radici, per Napoli e per il vulcano che da sempre rappresenta la capitale del Sud.
Versi dedicati al fiore del Vesuvio, a quel selvaggio cespuglio che tinge di giallo la “montagna” dei napoletani con l’arrivo della bella stagione. La ginestra, corpulenta e morbida, giallo grappolo profumato, simbolo del Vesuvio e simbolo della rinascita, mai come quest’anno sentita con rinnovato spirito dopo la tempesta che negli ultimi mesi ci ha chiusi tutti nelle nostre case, persino lontani dall’ammirare il paesaggio della “montagna” che lentamente si ricopre di quel brillante colore che annuncia la nuova vita che sboccia.
E così Avvisati pubblica la sua poesia “Sciore ’e jenèsta” sui social e condivide attraverso i nuovi mezzi di comunicazione l’amore per questo territorio. Tantissimi i commenti e i complimenti postati.
E a rinascere, come rinasce sulla dura pietra lavica questo fiore, sarà anche il Parco Nazionale del Vesuvio con la sua offerta naturalistica, con le tante peculiarità ed eccellenze dei comuni che lo compongono, e che da oggi potrà contare su questo inno poetico a un territorio da amare, proporre e far conoscere a tutto il mondo.
«Che bello se questi quattro versi miei in onore della “Muntagna” e del suo fiore per eccellenza e dei suoi abitanti piacessero tanto da diventare il biglietto da visita poetico del Parco Vesuvio». In tanti in rete hanno abbracciato l’idea dell’autore: perchè non fare di questa poesia, che non esitiamo a chiamare “d’amore”, un vero e proprio momento di apertura e presentazione di tutto il territorio vesuviano, un inno ufficiale o come dice Avvisati, “il biglietto da visita poetico del Parco Vesuvio”?
Pasquale Cirillo