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Operazione “Antemio”, arrestati i fratelli Cesaro. Richiesta di arresto anche per il senatore

L’operazione che i Carabinieri del Ros hanno messo in atto questa mattina e rivolta contro gli affari illeciti dei clan ‘Puca’, ‘Verde’ e ‘Ranucci’ operanti a Sant’Antimo e comuni limitrofi, feudo della famiglia politico imprenditoriale dei Cesaro, con a capo il senatore Luigi Cesaro, ha interessato proprio i tre fratelli e lo stesso parlamentare.




Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, figurano dunque tra i destinatari dell’ordinanza eseguita dai Carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari, Maria Luisa Miranda ha disposto per Aniello e Raffaele Cesaro, già coinvolti in un’altra inchiesta su presunti contatti con il clan Polverino, la misura degli arresti domiciliari, mentre per Antimo Cesaro è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

A carico di 59 indagati numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e turbata libertà degli incanti. L’Antemio della Procura di Napoli sui presunti intrecci tra camorra e politica a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, mostrano una fitta rete di compartecipazione sia in ambito politico che imprenditoriale facendo luce “su attentati dinamitardi, estorsioni e tentati omicidi con affari milionari per i clan con una massiccia situazione di infiltrazione dell’amministrazione comunale”.




Le indagini hanno accertato anche “il condizionamento delle elezioni comunali del Comune di Sant’Antimo (sciolto il 20 marzo per infiltrazioni mafiose) tenutesi nel giugno 2017, attraverso un massiccio voto di scambio. Una compravendita di preferenze, con una tariffa di 50 euro per ogni voto, a favore di candidati del centrodestra, sconfitto poi al ballottaggio dopo un primo turno favorevole.




Contestualmente è in fase di notifica anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro. Tra i beni sequestrati 194 unità, tra civili abitazioni, uffici, magazzini, autorimesse, nonché di 27 terreni, 9 società e 3 quote societarie, 10 autoveicoli e 44 rapporti finanziari. Tra i beni immobili c’è appunto la galleria commerciale di Sant’Antimo “Il Molino”, con oltre 90 locali adibiti ad esercizi commerciali ed uffici.

Il venir meno di “pregressi accordi” tra i fratelli Cesaro e il clan camorristico Puca sarebbe alla base dell’attentato dinamitardo avvenuto il 7 giugno 2014 contro il centro polidiagnostico Igea di Sant’Antimo, i cui formali titolari sono proprio i fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro. Il 10 ottobre 2015 inoltre esponenti del clan Puca avrebbero inoltre esploso 5 colpi di pistola all’indirizzo dell’auto di Aniello Cesaro, in sosta in un autolavaggio. Su questi episodi ha fatto luce l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia.




Il senatore berlusconiano continua la collezione di accuse. Dopo quelle per l’affare ex Cirio di Castellammare di Stabia di qualche settimana fa oggi questa nuova inchiesta. Anche il parlamentare è indagato come emerge dall’ordinanza per lui la Dda aveva chiesto la misura cautelare in carcere. Per procedere contro il parlamentare e per l’utilizzo delle intercettazioni si attenderà, anche questa volta, l’autorizzazione del Senato.



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