Era stata donata al Comune di Ercolano da Xi’An, la città della repubblica popolare cinese famosa per “l’ esercito di terracotta”. Stamattina è stata trovata vandalizzata la statua raffigurante un antico dignitario dell’esercito cinese ubicata all’interno del parco del palazzo di Città. Il manufatto ha resistito per ben quattro anni alle intemperie, persino al coronavirus. Ma non ce l’ha fatta davanti al degrado urbano e morale che ormai dilaga sui nostri territori.




La statua venne scoperta nel 2016 durante una cerimonia inaugurale alla presenza di una folta rappresentanza di studenti dell’istituto superiore “Tilgher” e un centinaio di bambini delle scuole elementari cittadini. Un dono a testimonianza del rapporto di amicizia, promosso dall’Accademia Ercolanese, tra le due città, quella cinese e la antica Resina, entrambe accomunate da inestimabili patrimoni archeologici e, per questo motivo, gemellate già da diversi anni.




Non si è fatta attendere la dichiarazione da parte del primo cittadino Ciro Buonajuto: «Anche io ho visto che in questi giorni in tutto il mondo si sta assistendo alla distruzione di statue, ma non riesco proprio a capire perché qualcuno abbia deciso di accanirsi contro una statua che rappresentava il connubio tra due comunità dalla storia millenaria come quelle di Ercolano e Xi’An».

Poi, sugli artefici dell’atto vandalico ha dichiarato: «I Carabinieri hanno prelevato tutte le immagini della videosorveglianza interna e sono certo che scopriranno cosa è successo. C’è solo tanta amarezza, ma vi assicuro che quando verranno individuati i responsabili di questo scempio mi impegnerò personalmente affinché abbiano una condanna esemplare».




E infine, la lieta notizia della comunità locale che non si piega: «C’è già una cittadina ercolanese – conclude Buonajuto –  che mi ha contattato per restaurare la statua. Mi auguro che sia possibile recuperarla, sarebbe un segnale bellissimo. È vero che ci sono degli schifosi, ma è vero anche che la maggior parte di Ercolano ha un cuore grande».

Danilo Roberto Cascone



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