I blocchi della pandemia (lockdown), hanno “distrutto milioni di mezzi di sussistenza”, ad affermarlo è la J.P. Morgan nel suo studio.

Marko Kolanovic, strategist e fisico di J.P. Morgan, pone l’attenzione sul fatto che i governi siano stati spaventati da “report scientifici pieni di errori” e che abbiano infine imposto dei lockdown che sono risultati “inefficienti” o che addirittura “sono stati applicati troppo tardi”.

“A differenza dei rigorosi test sui nuovi farmaci, i lockdown sono stati amministrati con scarsa considerazione del fatto che potevano non solo causare devastazioni economiche ma potenzialmente provocare più morti rispetto allo stesso Covid-19”. Il virus “probabilmente ha le sue dinamiche”, le quali non sono “correlate a misure di blocco spesso incoerenti”, ha affermato il fisico.

Nello studio si parla anche degli altri stati, tra questi la Danimarca, la quale è tra i paesi che hanno visto il suo tasso di ‘R’ diminuire dopo la riapertura di scuole e centri commerciali, la Danimarca inoltre ha liberato la sua economia senza che ci fosse una nuova ondata di casi. Tutto è stato riaperto ed i bambini sono tornati a scuola.

Mentre in Germania il tasso è rimasto per lo più al di sotto di 1,0 anche dopo che il blocco è stato allentato.

Va ricordato che il tasso ‘R’ mostra quante persone può infettare ogni paziente che ha contratto il virus. Un tasso ‘R’ inferiore a 1,0 viene considerato dagli stati come un indicatore chiave che l’epidemia si sia ritirata.

Il rapporto del colosso finanziario inoltre mostra che una volta revocati i lockdown in USA, stati come l’Alabama, il Wisconsin ed il Colorado hanno avuto tassi di ‘R’ più bassi.

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LEGENDA Figura 1 Ro durante il lockdown a confronto con quello registrato dopo il lockdown nei singoli Stati costituenti USA Current Ro = Ro registrato Increased Ro after lockdown ended = Crescita del fattore Ro dopo la fine del lockdown Decreased Ro after lockdown ended = Calo del fattore Ro dopo la fine del lockdown Ro at the end of the lockdown = Fattore Ro alla fine del lockdown Fonte: J.P. Morgan Quantitative and Derivatives Strategy

Per la Gran Bretagna invece il professore Carl Heneghan, direttore del Centre for Evidence-Based Medicine dell’università di Oxford, ha comunicato che questo periodo epidemico ha visto il calo ben prima che venisse ordinato il lockdown (23 marzo). Il professore aveva detto che il picco dei nuovi casi si era avuto l’8 aprile, mentre aveva suggerito un picco di infezione tre settimane prima (18 marzo).




Il rapporto della J.P. Morgan include grafici che mostrano che “la stragrande maggioranza dei paesi ha ridotto i tassi di infezione” dopo l’abolizione dei blocchi.

Si chiarisce ancora, all’interno del rapporto, che tassi di infezione hanno continuato a diminuire anche quando è stato preso in considerazione un periodo di ritardo per la comparsa di nuove infezioni.

L’analisi dice che la decisione di imporre lockdown è stata sostenuta da “documenti scientifici imperfetti” predittivi di milioni di morti nel mondo occidentale.

Uno sguardo sulla Cina infatti mostra diverse migliaia di morti, ma “un tasso di mortalità al di fuori di Wuhan molto basso“, scrivono i ricercatori.

“Mentre sentiamo spesso che i blocchi sono guidati da modelli scientifici e che esiste una relazione esatta tra il livello di attività economica e la diffusione del virus questo non è supportato dai dati“, spiega sempre lo studio.

Infatti i tassi di infezione sono diminuiti anche dopo che si è avuto un notevole ritardo di misurazione, tali dinamiche possono essere influenzate da un aumento del lavaggio delle mani e persino da modelli meteorologici.

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LEGENDA Figure 2. La stragrande maggioranza dei Paesi nel mondo ha visto calare i suoi tassi d’infezione del Covid-19 dopo che i lockdown a livello nazionale sono stati revocati Daily infection rate post lockdown = Tasso d’infezione giornaliero dopo il lockdown Increased infection rate after lockdown end = Tasso d’infezione aumentato dopo la fine del lockdown Decreased infection rate after lockdown end = Tasso d’infezione diminuito dopo la fine del lockdown Daily infection rate during national lockdown = Tasso d’infezione giornaliero durante il lockdown a livello nazionale Fonte: J.P. Morgan Quantitative and Derivatives Strategy. Tasso d’infezione misurato con una pausa di 7 giorni per tenere conto dei ritardi nei test

“Il fatto che la riapertura non abbia cambiato il corso della pandemia è coerente con gli studi che dimostrano che l’avvio di lockdown non ha modificato il corso della pandemia“, viene specificato ancora nel report.

Lo studio della J.P. Morgan affronta anche la parte riguardante la ripresa dell’economia confermando che i lockdown rimanevano in essere anche quando c’era stata un evoluzione della conoscenza delle cure di contrasto al virus, distruggendo di fatto “milioni di mezzi di sostentamento” e costringendo milioni di persone alla disoccupazione.

Dunque gli studiosi definiscono che il virus “ha le sue dinamiche” che non sono “correlate” ai blocchi, inoltre che i lockdown sono stati imposti senza pensare alla “devastazione economica”.

Il tutto viene ripreso dal Daily Mail britannico in un articolo, intitolato così: “Lockdowns failed to alter the course of pandemic and are now destroying millions of livelihoods worldwide, JP Morgan study claims” (tradotto: I blocchi non sono riusciti ad alterare il corso della pandemia e ora stanno distruggendo milioni di mezzi di sussistenza in tutto il mondo, afferma lo studio JP Morgan).

Infine, per quanto riguarda alcuni paesi europei, le misure “non hanno prodotto alcun cambiamento nei parametri pandemici” come appunto il tasso ‘R’.

Andrea Ippolito



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