Il dramma di tre famiglie consumatosi a due passi dall’omicidio di camorra. Il «martedì nero» vissuto a San Giorgio a Cremano si sviluppa nel raggio di una decina di metri, precisamente tra viale Bernabò e via Giordano, dove poco prima delle 11 era stato assassinato a colpi di pistola il 56enne pluripregiudicato Raffaele Gallo. Il marcato odore di bruciato, inevitabilmente passato in secondo piano sulla scena del delitto, proviene infatti dall’incendio divampato a mezzogiorno all’esterno di Villa Anna. Eventi scollegati, ma a loro avvicinati dal comune denominatore del degrado.
Dimora settecentesca del pittore partenopeo Luca Giordano poi trasformato in manicomio negli anni ’60, lo stabile di proprietà privata, attualmente sotto la gestione di una curatela fallimentare, versa oggi in condizioni di assoluta fatiscenza. A completare un quadro dai colori sbiaditi e ben lontani dalla vivacità cromatica che caratterizzava le opere dell’artista napoletano, il triste scenario delle occupazioni abusive. Nel dicembre del 2017 l’amministrazione Zinno dispose infatti lo sgombero della parte centrale della struttura da una cinquantina di persone che avevano preso possesso dei locali senza le dovute autorizzazioni. All’epoca per i 19 nuclei familiari coinvolti furono erogati dal consiglio comunale contributi economici per l’autonoma sistemazione abitativa.
Il rogo scoppiato nei giardini della villa, verosimilmente di natura dolosa, ha finito per indebolire ulteriormente un’ala laterale dell’immobile: lo stesso è perciò stato dichiarato inagibile dai Vigili del Fuoco intervenuti ieri sul posto assieme ai carabinieri della Stazione locale, con l’ausilio della Polizia municipale del comandante Gabriele Ruppi.
Le fiamme non hanno fortunatamente arrecato danni considerevoli agli edifici limitrofi né causato feriti. I successivi rilevamenti dei caschi bianchi hanno tuttavia confermato lo stato di pericolosità del palazzo.
Già firmato nel pomeriggio il nuovo provvedimento di sgombero che dovrebbe svuotare del tutto le stanze della storica villa sangiorgese. Una dozzina in tutto le persone da evacuare, tra cui anche alcuni minori da affidare alle valutazioni dei servizi sociali.
Le tre famiglie coinvolte, una volta portate a termine le delicate operazioni di sgombero, dovrebbero comunque essere inserite in un apposito elenco per gli aventi diritto alle case di edilizia popolare.
Francesco De Sio