Si accende ulteriormente la polemica tra Matteo Salvini e il governatore Vincenzo De Luca, all’indomani della vittoria in Coppa Italia del Napoli e dei conseguenti caroselli, festeggiamenti ed inevitabili assembramenti e assoluta violazione di tutte le norme anti contagio nelle strade invase dai tantissimi tifosi assetati di vittorie e del tutto dimentichi del rischio coronavirus.
Dopo le dichiarazioni di Salvini che condannava il comportamento dei tifosi napoletani e trasformando il tutto ad attacco politico al presidente De Luca, oggi la risposta: «Dobbiamo perdere qualche minuto – ha esordito nella sua diretta Facebook del venerdì il governatore – per dedicare qualche nostro pensiero ad un somaro politico che ha ripreso a ragliare. Un cafone politico tre volte somaro. Mi riferisco ad alcuni commenti fatti dopo la festa dei tifosi del Napoli, commenti che hanno portato alla luce una propensione sotterranea allo sciacallaggio, perfino al razzismo nei confronti di Napoli, della Campania e del Sud che sembra difficile da estirpare».
La replica del capo della Lega non si è fatta attendere: «Io un somaro? Lui è un poveretto – scrive Salvini sulla sua pagina social – invece di insultare me o di mancare di rispetto perfino ai morti per virus, il signor De Luca riapra gli ospedali che ha chiuso. I cittadini lo pagano per questo. L’unico razzismo che emerge – aggiunge Salvini – è quello del signor De Luca nei confronti dei suoi cittadini, che a decine di migliaia ogni anno sono costretti ad andare a farsi curare e operare in ospedali di altre Regioni, 14.000 solo in Lombardia nel 2019, pagando di tasca propria l’incapacità di chi governa”. Infine sulla Coppa Italia: “Da milanista che non vince da anni sono felice per la vittoria del Napoli, per i suoi tifosi e soprattutto per Rino Gattuso”.
De Luca, infine, ricorda che a Torino per una partita di calcio della Juve «ci sono stati morti e feriti in piazza» e se avesse vinto l’Inter «a Milano si sarebbe scatenata l’ira di Dio. Senza nessuna vittoria ci sono stati assembramenti ai Navigli e abbiamo visto immagini di movida scapigliata in Veneto, ma nessuno ha chiesto al presidente della regione cosa ne pensasse. Siccome è capitato a Napoli, il cafone ha ritenuto di fare dei commenti, ma tutti quelli che hanno buon senso sanno che sarebbe successo in qualsiasi parte d’Italia e del mondo».
Contrariamente a quanto comunicato dal Tg4, notizia purtroppo ripresa anche dal nostro giornale, nessun festeggiamento a Vicenza per la promozione in B. Chiediamo scusa ai lettori per l’errore, alla città di Vicenza e a tutti i tifosi della storica compagine Lanerossi.
Filippo Raiola