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Trump in Oklahoma: “Stanno prendendo di mira le statue di Cristoforo Colombo. Io invece, vi dico che amo l’Italia”

campagna elettorale Trump Oklahoma

“Make America great again” è uno dei claim della nuova campagna per le presidenziali di Donald J. Trump.

Prima dell’evento di sabato, i sostenitori di Trump si erano messi in fila per giorni al fine di assicurarsi il loro posto nello “Bok Center“, che può contenere poco meno di 20.000 persone, mentre in città, a Tusla, erano attese almeno 100mila persone.

L’organizzazione aveva inoltre ricevuto oltre 1 milione di richieste di biglietti.

Qualche migliaio di persone mancava però all’appello, ma questo era inevitabile, molto probabilmente motivato dall’epidemia in atto, dallo spostamento di data dell’evento (posticipato), ma anche a causa dei movimenti “anarchici” (come li chiama Trump) che stanno imperversando anche in Europa e che comunque spaventano le persone e soprattutto le famiglie.

Collegati da casa erano però oltre 100 milioni, i visitatori unici dai social erano oltre 4 milioni, mentre quelli in pre-live del “rally” oltre 2,5 milioni.

“I repubblicani sono il partito della libertà, dell’uguaglianza e giustizia per tutti. Siamo il partito di Abraham Lincoln e siamo il partito della legge e dell’ordine”, queste le parole del presidente USA.

Trump ha parlato anche dell’Italia, riferendosi alle proteste antirazziste: “Stanno prendendo di mira le statue di Cristoforo Colombo. Io invece, vi dico che amo l’Italia e dico grazie al popolo italiano, ne siamo molto orgogliosi”.

Su alcune fonti era trapelato che il calo delle visite al comizio del presidente degli Stati Uniti d’America fosse dovuto alla piattaforma “Tik Tok”. Si diceva che alcuni giovani utenti del famoso social network, infatti si erano registrati in massa all’evento “per fare uno scherzo”, per poi non presentarsi, traendo in inganno così gli organizzatori che prevedevano una grande affluenza.

Ma un comunicato stampa dell’ufficio della campagna di Donald J. Trump, gestito da Brad Parscale, esprime quanto segue: “I giornalisti che hanno scritto allegramente dei fan di TikTok e K-Pop – senza contattare la campagna per un commento – si sono comportati in modo non professionale…”.

Nel comunicato il responsabile della campagna spiega che “iscriversi a un raduno significa” che le persone hanno risposto con un numero di cellulare e che l’organizzazione ha “costantemente eliminato numeri falsi”, come fatto con decine di migliaia al raduno di Tulsa, nel calcolo del loro possibile pool di partecipanti.

Donald J. Trump al Rally di Tusla

“Queste richieste di biglietti falsi non tengono conto del nostro modo di pensare. Ciò che rende questo tentativo di hackerare i nostri eventi ancora più folle è il fatto che ogni manifestazione è un’ammissione generale: l’ingresso è in base al principio ‘primo arrivato, primo servito’ e non è richiesta la registrazione preventiva”, continua Parscale.

Poi Parscale riferisce che da “una settimana i falsi media avvertono la gente di allontanarsi dalla manifestazione a causa del COVID e dei manifestanti”, aggiunge ancora che le persone assistono alle immagini “di città americane in fiamme”, le quali “hanno avuto un impatto reale sulle persone” che in genere “portano le loro famiglie e i loro bambini alla manifestazione”.

Andrea Ippolito

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