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“Riapriamo la Circum”, nasce il comitato civico per la riapertura delle stazioni chiuse

Avviso agli utenti: a seguito delle intervenute disposizioni legislative in merito alla FASE 2 EMERGENZA COVID-19 ed in coerenza con le disposizioni del DPCM 26 Aprile 2020, a decorrere dal 4 Maggio 2020 e fino a contrario avviso saranno chiuse al servizio viaggiatori le fermate di: San Giorgio Cavalli di Bronzo, Via Monaci, Via Viuli, Moregine, Botteghelle, La Pigna e Brusciano”. Così recita un avviso affisso a inizio dello scorso maggio dietro le vetrate delle stazioni EAV destinatarie del drastico provvedimento, e che oggi è ancora lì.


Archiviata la fase 2 dell’emergenza epidemiologica, dopo diversi mesi quelle stazioni chiuse (tra cui si aggiungono  a quelle indicate anche Santa Maria del Pozzo, Ercolano Miglio D’Oro, Via del Monte e Salice) per motivi di sicurezza dall’azienda di trasporto restano coi cancelli sbarrati.

Tutto ciò a causa del fatto che l’azienda, in osservanza alle disposizioni di Governo, è stata obbligata ad adeguarsi alle limitazioni del traffico passeggeri per garantire il distanziamento sociale. Operazione che si sarebbe potuta condurre soltanto attraverso la predisposizione di controlli agli accessi grazie al personale aziendale.


Tuttavia, a giudicare dalle foto degli utenti che da qualche giorno circolano in rete pubblicate, i tradizionali assembramenti nei vagoni restano (con buona pace del distanziamento!) e, assieme ad essi, anche i disagi vissuti, in particolar modo, da quei pendolari che si servivano delle stazioni a tutt’oggi chiuse. Con la conseguenza che centinaia di utenti al giorno sono costretti a riversarsi nelle stazioni prossime a quelle momentaneamente soppresse, causando una maggiore concentrazione proprio in quei punti.

E neppure la giustificazione addotta dall’EAV, secondo cui la disposizione è stato adottata soltanto sulle stazioni “impresenziate”, sembra reggere visto che, ad esempio, quella di San Giorgio Cavalli di Bronzo è da sempre presidiata dal personale di biglietteria, oltre ai varchi meccanici.

Fatto sta che a una parte dei viaggiatori proprio non digerisce di essere tagliata fuori dalla immediata e agevole fruibilità del servizio di trasporto. Anche perché quelle stazioni, sebbene classificate “a minore frequenza”, svolgono un ruolo di fondamentale collegamento con alcuni quartieri residenziali di provincia, talvolta distanti dai principali hub.


Su queste premesse, a maggio scorso, è nato spontaneamente il Comitato civico “Riapriamo la Circum” con l’obiettivo di raccogliere le istanze di tutti coloro che stanno vivendo i disagi legati alla chiusura delle stazioni.

Il Comitato raggruppa diverse associazioni territoriali, oltre ad essere presente sui Social con una propria pagina (al seguente link: https://www.facebook.com/riapriamolacircum). Inoltre, da un mese circa, è impegnato nella raccolta di firme indirizzata al Presidente dell’EAV Umberto De Gregorio per pretendere il ripristino integrale del servizio “ante-Covid19”.

Ad oggi abbiamo raccolto un migliaio di firme – dichiara Ferdinando Raiola, uno dei portavoce del Comitato – grazie all’impegno di attivisti e volontari, nonostante le oggettive difficoltà dovute al divieto di assembramenti. Quando la raccolta sarà terminata depositeremo tutto nelle mani di De Gregorio”.



In concomitanza alla petizione il Comitato, proprio in mattinata, ha lanciato una iniziativa simbolica affiggendo all’esterno di quattro delle stazioni soppresse sulla tratta Napoli-Sorrento (tra le più frequentate, anche dai turisti) degli striscioni contro la decisione dell’EAV al grido “riaprite le stazioni!”.

Secondo gli organizzatori le misure draconiane imposte dall’azienda di trasporto controllata dalla Regione rappresenterebbero soltanto “una toppa per coprire i disastri della gestione EAV. Gli striscioni sono una forma di dissenso nostra e dei cittadini che ci appoggiano in questa battaglia.


Gli utenti, i passeggeri e i lavoratori – continua il Comitato in un comunicato posto sulla loro pagina ufficiale facebook –  si sono stancati di subire le conseguenze di tutte le politiche fittizie volte al risparmio, di vedere in TV passerelle politiche che esaltano una qualità che ormai questa linea ferroviaria ha perso da decenni e che tuttora continua a decadere, tra degrado e malfunzionamenti, mentre in parallelo si annunciano nuovi progetti che non verranno mai completati“. E ancora: “Non saranno certo degli striscioni posti in quattro delle stazioni chiude a far cambiare idea al signor Umberto De Gregorio – concludono dal comitato – ma, ci prenda in parola se diciamo che questo non è altro che l’inizio di una lotta popolare che non cesserà finché le nostre richieste non verranno ascoltate“.

Gli striscioni sono stati affissi nelle stazioni di Via dei Monaci e via del Monte di Torre del Greco, Miglio d’oro (Ercolano) e Cavalli di Bronzo (San Giorgio a Cremano).

Danilo Roberto Cascone



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