Obbligo dei vaccini antinfluenzali? Anche il Comitato Tecnico Scientifico di fronte al TAR Lazio

Luca Speciani, AMPAS: "Non vi è alcuna ragione scientifica che giustifichi la stesura dell'ordinanza della regione"

Il Comitato Tecnico Scientifico verrà portato in giudizio? Sembra che dovrà dimostrare e fornire documentazione scientifica che dimostri come vaccinando le persone per l’influenza si riesca a identificare meglio gli eventuali nuovi malati Covid dell’autunno che verrà.

Dunque dopo il ricorso al TAR del Lazio presentato da associazioni di medici come AMPAS, dal dottor Mariano Amici, da altri medici, specializzandi, ostetriche e infermieri della Regione Lazio (che hanno impugnato l’ordinanza del 17 aprile), ora il Comitato Tecnico Scientifico dovrà dimostrare quanto ha suggerito al Governo e ad altri enti.

Per la regione Lazio dovrebbe entrare tutto in vigore il 15 settembre, infatti il testo a firma dal presidente Nicola Zingaretti e dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato obbliga l’antinfluenzale inserendolo fra le misure anti Covid-19.

L’ordinanza della Regione Lazio prevede che gli anziani (soggetti di età ≥ 65 anni), qualora non procederanno alla vaccinazione saranno impossibilitati “a prendere parte ad assembramenti presso centri sociali per anziani, case di riposo o altri luoghi di aggregazione che non consentono di garantire il distanziamento sociale”.

Mentre i medici e personale sanitario, sociosanitario di assistenza, operatori di servizio di strutture di assistenza, anche se volontario, qualora non procederanno alla vaccinazione riceveranno “l’inidoneità temporanea a far data dal 1° febbraio 2021, allo svolgimento della mansione lavorativa”.

Il TAR nel frattempo ha ordinato al Comitato Tecnico Scientifico di indicare “se le misure adottate con il provvedimento impugnato siano coerenti, sotto il profilo scientifico; se i rischi paventati in ordine agli effetti della vaccinazione antinfluenzale sul sistema immunitario trovino conferma nelle conclusioni cui è pervenuta la prevalente comunità scientifica”.

Luca Speciani presidente dell’associazione AMPAS (Medici per un’alimentazione di segnale) spiega a Gioia Locati (Il Giornale) che “non vi è alcuna ragione scientifica che giustifichi la stesura dell’ordinanza della regione Lazio”.

“E’ spiegato – afferma Speciani – che visto che i sintomi del Covid-19, agli esordi, sono simili a quelli delle influenze, vaccinandosi contro l’influenza stagionale, si faciliterebbe la diagnosi. In pratica si fa credere che chiunque abbia la febbre, se vaccinato, debba avere il Covid 19. Se uno studente di Medicina dicesse una castroneria simile a un esame, non solo sarebbe bocciato, ma verrebbe invitato a non presentarsi per i successivi due anni!”.

Il medico prosegue dicendo che l’ordinanza recita “sentito per le vie brevi il Comitato Tecnico Scientifico…” e null’altro. Infatti i giudici del Tar, che hanno fissato al 4 agosto l’udienza dell’AMPAS, “hanno già richiesto al Comitato Tecnico Scientifico di presentare un’istruttoria a riguardo, in pratica di spiegare il legame dell’anti influenzale con il Covid 19”.

Dalle informazioni che ci arrivano sembra che il vaccino antinfluenzale copre solo una minima parte di virus influenzali e parainfluenzali, inoltre in questi vaccini ogni anno si inseriscono 3 o 4 ceppi virali, simili a quelli che hanno circolato nella stagione invernale precedente tra la popolazione. Insomma quindi bisognerebbe indovinare i ceppi virali che poi in effetti si ripresentano in forma simile anche all’inverno successivo.

Comunque per quanto riguarda che la gestione dei poteri consentiti alle regioni, sembra che Zingaretti e gli altri governatori che hanno fatto ordinanze in merito, abbiano valicato i confini, infatti, come dice l’avvocato Alessandro Gaetani (che assieme alle colleghe Samantha Forasassi e Sara Forasassi sostiene alcuni ricorrenti): il presidente della regione Lazio “ha solo firmato un atto amministrativo, motivandolo come ‘urgente’ quando urgente non è visto che entrerà in vigore il 15 settembre: quale urgenza è prevista con 5 mesi d’anticipo?”. Ma aggiunge anche che “il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) esiste per la nostra Costituzione (art 32) ad alcune rigide condizioni, ma quando si toccano i diritti costituzionalmente garantiti, come la salute, la competenza spetta al legislatore (il Parlamento). È la riserva di legge”.

Per quanto riguarda la nostra Regione Campania anche il presidente De Luca ha detto le sue, in quel di Baronissi, durante l’inaugurazione dei lavori infrastrutturali di Città della medicina, ma purtroppo anche in altre occasioni: “A ottobre, noi abbiamo già anticipato gli acquisti di un mese, due mesi, dobbiamo fare le vaccinazioni per tutti. Dobbiamo vaccinare il 100%, dai bambini agli anziani, perché l’influenza ha la stessa sintomatologia del Covid. Quando avremo malati per influenza sarà difficile capire se è influenza o è l’infezione Covid. Quindi è bene vaccinarsi tutti per tempo, altrimenti avremo a settembre-ottobre ospedali inondati di presenze di pazienti e faremo fatica a reggere”.

Andrea Ippolito



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