All’interno del decreto legge n.76 del 16 luglio 2020 si stabilisce che le amministrazioni comunali non potranno più vietare l’installazione delle reti sui propri territori.

Ma le proteste arrivano tempestive, infatti è il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, a dire che il Governo “esautora i sindaci che rappresentano la massima autorità sanitaria locale e che quindi hanno la responsabilità della salute dei cittadini”.

Rucco aggiunge inoltre che “la decisione del Governo” vieta “ai sindaci di intervenire con un’ordinanza a tutela della salute pubblica per quanto riguarda il tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici”. Con durezza e con rammarico conclude che viene “resa così inefficace l’ordinanza” che egli stesso ha “firmato nel maggio scorso, come le tante altre ordinanze emesse dai sindaci di tutta Italia” che stabilivano la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G in attesa di capire se tali dispositivi potessero danneggiare la salute.

La norma contenuta nel decreto legge numero 76 del 16 luglio 2020 relativo a “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”, sostituisce l’articolo 8 della legge numero 36 del 22 Febbraio 2001, e recita quanto segue: “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo”.

Andrea Ippolito

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