I meridionali sono delinquenti per nascita! Io, ad esempio, sì, proprio io, giornalista e docente, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, appassionato di tutto ciò che è cultura, arte, tradizioni e di tutto il bello che partendo dalla nostra terra, dalla nostra penisola, ha reso più bello il mondo intero, pur non essendo un delinquente per fedina penale, ho la “predisposizione a delinquere e a fare del male”. Una propensione che “è solitamente propria di chi nasce, cresce e si forma al sud”.
Ecco, secondo l’esimio collega giornalista, il bergamasco Daniele Martinelli, essendo io del Sud, essendo io nato a Napoli, non ho speranze: sono un delinquente!
Martinelli, sedicente giornalista d’inchiesta, ex inviato speciale del blog di Beppe Grillo ed ex collaboratore dello staff comunicazione dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle, in un momento di estrema sincerità non ha potuto fare a meno di confessare, sulla sua pagina social, tutto il suo razzismo contro i meridionali.
Il giudice di tutti i meridionali, anche di quelli che in divisa sono morti su tutte le strade d’Italia, dalla Valtellina alla Sicilia, nonché dei tantissimi che hanno dato lustro alla nostra Nazione in tutti i campi dello scibile umano, Daniele Martinelli, ha commentato quanto successo a Piacenza, nella caserma Levante e non è riuscito a trattenersi.
La vicenda di Piacenza è stata sulle prime pagine di tutti i giornali del Paese e l’arresto dei carabinieri, accusati di aver formato una vera e propria associazione a delinquere, indagati per i gravissimi reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica, ha portato al sequestro della caserma dell’Arma, cosa mai successa prima in Italia. E non sembra essere finita. I militari avrebbero introdotto in caserma anche due prostitute e organizzato festini annaffiati a champagne.
Ma per Daniele Martinelli tutto rientra nella sua teoria razzista contro i meridionali. La spiegazione data dal giornalista ha scatenato la reazione di tanti, sudisti e non, con migliaia di commenti negativi per le considerazioni razziste nei confronti dei meridionali. E allora è successo che il post sia stato rimosso e sostituito con un alto che nel provare a raddrizzare il tiro, forse, ha fatto anche più danni del primo, dato che più che le parole e il loro significato, ha confermato la linea antimeridionalista del signor giornalista d’inchiesta.
A questo punto, pur essendo un potenziale delinquente, portato per nascita, crescita e formazione a fare del male, non riesco che sperare e augurare all’esimio collega che, in un momento di lucidità, si renda conto di quello che ha pensato e scritto. Di certo non potrà apertamente fare marcia indietro perché sarebbe poi sicuramente attaccato, e chissà quanto duramente, dai troppi “nordisti” che hanno messo un “mi piace” ai terribili ed imperdonabili post. Va a finire che poi, per evitargli il linciaggio, magari solo mediatico, saremo costretti ad ospitarlo al Sud. E a dirla con onestà, qui, di giornalisti, ne abbiamo fin troppi, meglio se ognuno si tiene i suoi.
Comunque, a parte le proteste e le richieste dei tanti che si sono schierati contro il teorico nordista, non ci resta che augurarci che almeno l’Ordine dei Giornalisti, purtroppo per Martinelli, guidato da quel potenziale delinquente napoletano di Carlo Verna, prenda una posizione netta su quanto da lui scritto. Da parte mia infine, vorrei dedicare al collega lombardo la ormai celeberrima frase che il grandissimo Luciano De Crescenzo usò per spiegare a Bossi la differenza tra sudisti e nordisti: quando i suoi antenati celtici erano ancora barbari aggrappati ai rami, i miei antenati erano già froci.
Gennaro Cirillo