A partire da domenica 2 agosto, a Montemiletto (AV), sarà possibile visitare nuovamente, presso il Castello della Leonessa, la retrospettiva “La favola del re e della regina albero” del maestro Giovanni Spiniello.

L’esposizione, col Patrocinio dell’Amministrazione comunale, è curata dal critico d’arte Filargino Frusciante  e rientra nelle iniziative dell’Assessorato alla Cultura presieduto da Chiara Frusciante, col supporto della Pro Loco che renderà possibile la visita al Castello nei fine settimana. Nel Castello della Leonessa è possibile visitare l’intero percorso partendo dall’installazione scultorea nelle antiche scuderie “Fuori fa freddo”. Le plastoggettografie, sculture in cemento armato ad alta resistenza, innervate dal ferro e patinate verderame, presenti in molteplici installazioni a partire dagli anni ottanta, rappresentano uno dei momenti più significativi nella ricerca artistica di Spiniello.


Nelle sale del Castello della Leonessa si sviluppa la serie grafica de I Segni del Tempo che illustra gli antichi giochi irpini e la sezione pittorica de il ciclo sulla Favola del re e della regina albero. «Immagini – afferma il critico d’arte Filargino Frusciante –  derivate dalla cristallizzazione di ricordi di favole antiche e sempre nuove, di racconti popolari di una terra in viaggio, in una armonia decorativa in cui il colore diventa energia ed i volumi delle cose plasmano un universo onirico, semplice e misurato. I toni caldi e freddi, sapientemente dosati, rendono inconfondibili le opere di Giovanni Spiniello, una dissonanza che riscalda l’anima e ritempra la memoria a stilemi culturali e valori sempre attuali. Colore e disegno si fondono, quanto più armonico è il primo tanto più chiaro è il secondo; le masse si equilibrano ritmicamente in un sodalizio grafico, etico ed ideale come ne “La favola del re e della regina albero”».


La mostra si conclude, poi, con l’installazione Cuore diserbato. «Un’installazione dedicata a chi soffre – dichiara l’artista –  a chi ha perso il lavoro, a chi vive in guerra. I panni dei bambini mai indossati sono diventati dei fantasmi lungo il viaggio verso la speranza, e i 7 tizzoni di legno indicano la costellazione dell’Orsa Maggiore con Orione, l’ultima stella vista prima di morire».

Scultore, pittore, incisore, illustratore e ceramista, Giovanni Spiniello (www.giovannispiniello.it) – Biennale di Venezia 1968, Quadriennale di Roma 1975, Seduzione dell’Artigianato a Roma 1990 – reinterpreta nella sua arte leggende, giochi e miti, mantenendo sempre un profondo legame con l’Irpinia unendo tradizione, ricerca etnoantropologica e sperimentazione. Attivo nel sociale dagli anni ’60, con le sue feste del colore, dal 2009 ad oggi, continua il viaggio della scultura itinerante de L’Albero vagabondo (www.alberovagabondo.it) per pulire le discariche in montagna con le favole e i disegni dei bambini.

Nel 2019 l’artista irpino ha portato avanti il suo percorso di sperimentazione #Laterraèstanca: dalla fossilizzazione oggettuale degli anni ’70 – per la quale è stato segnalato su Catalogo Bolaffi dal critico Enrico Crispolti –  fino alla Semina del Colore degli anni ’90 facendo tappa prima a Milano, allo Spazio Scoglio di Quarto in primavera, a Matera, nella Biblioteca provinciale Stigliani in estate, infine all’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi.

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