Pomigliano d’Arco: presentato il programma di Vincenzo Romano primo candidato a Sindaco

Il programma politico per la città si canalizza soprattutto su quattro macroaree d’interesse che riguardano l’innovazione, la trasformazione la modernità e l’inclusione

Giovedì 30 luglio in piazza Municipio, il primo candidato a Sindaco ha illustrato ai cittadini le linee guida del programma elettorale. Vincenzo Romano, ex segretario del PD cittadino, dopo il suo divorzio dai democratici, è passato nelle file renziane e ad oggi si presenta da solo alle amministrative con le sue tre liste, disdegnando alleanze e compromessi. Al momento il giovane avvocato è l’unico candidato ufficiale che concorrerà alle comunali di settembre. Nonostante il 20 agosto sia l’ultimo giorno utile per depositare un programma elettorale con il nome del candidato a Sindaco, le altre compagini politiche tra accordi e tentate coalizioni contraddittorie, sembra non abbiano ancora scelto il rappresentante ideale e un programma omogeneo da presentare ai cittadini. Romano è l’unico ad avere le idee molto chiare su come ricostruire e riqualificare la città con il supporto di un gruppo politico omogeneo.


L’aspirante sindaco ha presentato le tre liste che appoggeranno la sua candidatura composte da 24 candidati: “La città che vale”, “Futura” e “Più Pomigliano”. Il programma politico per la città si canalizza soprattutto su quattro macroaree d’interesse che riguardano l’innovazione, la trasformazione la modernità e l’inclusione.

“La forza delle idee”, non è un programma utopistico né propagandistico piuttosto sembra l’attenta analisi di chi conosce, grazie alla sua esperienza decennale nell’amministrazione cittadina, le dinamiche della città, le trasformazioni che Pomigliano ha subito negli ultimi vent’anni grazie al lavoro delle vecchie amministrazioni, preparandosi all’appuntamento con il futuro presentando una città nuova ed europea, gestita da una nuova classe politica più vicina a rappresentare la Pomigliano che sarà.


L’innovazione guarda soprattutto all’area industriale della città che abbraccia grandi aziende come la Leonardo, l’FCA la Tiberina e il Consorzio del sole che comprende un nugolo di società che sono scollegate dalle dinamiche industriali. Quindi in primis come illustra Romano dal palco, bisognerà ricollegare il centro cittadino alla zona industriale partendo dall’intervento di riqualificazione sulla vecchia stazione della circumvesuviana che rappresenta la cerniera territoriale tra le due parti della città.

Il Parco di città, come viene indicata l’area di 2400 mq del distretto industriale, potrebbe diventare un vero e proprio polo della Meccatronica, della robotica e dell’intelligenza artificiale che sia supportato da un vero e proprio centro di formazione tecnico professionale che formi giovani e meno giovani, attraverso lo studio dell’elettronica e dell’informatica con la supervisione di un assessorato alle politiche industriali e produttive, che al momento non c’è ma che andrebbe ripreso.

Il secondo punto del programma che viene illustrato, ipotizza la costruzione di un ospedale di comunità, a imitazione del modello proposto da 23 case della salute, ovvero ospedale di comunità, esistenti in Toscana, Emilia Romagna e in provincia di Salerno precisamente a Sant’Arsenio. Ma cosa sono questi ospedali di comunità? Romano spiega che queste strutture semi-residenziali sono preposte per la degenza di malati non acuti e non degenerativi, anche per malati oncologici. La struttura che avrebbe un costo inferiore rispetto ad un comune ospedale, sarà supportata da medici, farmacisti, infermieri e svolgerà anche la funzione di pronto soccorso.


Per il piano urbanistico di riqualificazione di tutte le aree cittadine, viene presentata l’idea di creare un gruppo multidisciplinare formato da professionisti di ogni settore, che uniscano il loro sapere e le loro esperienze per ridisegnare la città del futuro. Tra i vari interventi ipotizzati importante è la riqualificazione e ristrutturazione degli edifici pubblici, in particolare gl’uffici tecnici e patrimoniali del comune che si presentano angusti e privi di attrezzature innovative per i dipendenti. Quindi si è ipotizzato, che suddetti uffici verranno trasferiti a Palazzo Pranzataro, un vecchio edificio storico da riqualificare, e dotati di strumenti più efficienti per la digitalizzazione e l’archiviazione in rete, così da rendere la macchina comunale più rapida ed efficiente.

Nel parlare di una Pomigliano policentrica, non si poteva tralasciare il progetto “la cittadella scolastica” progetto ventennale che sembra finalmente sarà avviato, dopo la bonifica dell’area di 27mila metri quadrati in cui sorgerà, a settembre di concerto con la città metropolitana. Ripresa da Romano anche la realizzazione del “villaggio dei bambini”, un progetto che risale al 2015, ma mai avviato. Anche i mercati rionali saranno riqualificati. Di non poca importanza per chi vive nelle periferie pomiglianesi, sarà la ripresa della riqualificazione delle masserie per la creazione dei servizi essenziali. Infatti già sono stati erogati investimenti per i primi interventi nella Masseria Chiavettieri, che dovranno essere terminati per poi riqualificare la Masseria Fornaro e la zona di Pratola Ponte.

Per il piano della mobilità urbana oltre a progettare un eventuale riposizionamento delle ZTL, delle strisce blu, delle piste ciclabili, il candidato ha toccato l’argomento sicurezza, soprattutto quella legata alla movida, che ultimamente ha generato non poche conflittualità tra partiti, ma anche tra esercenti e cittadini. Romano ha espresso la sua non ostilità nei confronti del commercio legato alle attività di ristorazione e a quelle della vita notturna. Ma è senza dubbio che in futuro bisognerà intervenire per gestire la sicurezza nelle strade con controlli più serrati.


A tal proposito fa riferimento al modello Firenze da lui proposto tempo fa. In cosa consiste questo modello Firenze? È un progetto fondato sull’auto disciplinamento e sulla sinergia tra esercenti e polizia locale. In effetti è quello che l’amministrazione uscente ha sperimentato con l’operazione “Pomigliano sicura”. “Un progetto che va perfezionato – dichiara Romano – in quanto la polizia locale va dotata di strumenti strutturali e tecnologici che consentano ai caschi bianchi d’intervenire in sicurezza sul territorio”. In primis la polizia locale andrà collocata in altra struttura, in quanto il Palazzo Baronale prospiciente il Municipio, è un edificio che rappresenta la storia e la cultura della città. Ma soprattutto, la polizia locale va dotata di applicazioni tecnologiche all’avanguardia, infine, bisognerà disciplinare un coordinamento tra polizia locale, esercenti e forze dell’ordine.

Il dibattito continua con un monito ai cittadini: “Tocca a voi, puntate alla qualità, che non per forza devo essere io – ha detto Romano – ma potrebbe essere chiunque, puntate alla dignità e alla coerenza che non c’è negl’altri schieramenti, non lasciatevi  condizionare dai numeri delle liste dichiarate attraverso la propaganda fatta sui social o sui giornali, ci vuole un assetto politico chiaro. Una classe politica uniforme e non una coalizione per vincere le elezioni”. Prosegue poi con una certa vena sarcastica: “Immaginate, quando dovranno cominciare i lavori per l’impianto di compostaggio voluto da De Luca, cosa faranno quelli che oggi si alleano con chi sostiene la Ciarambino, avversaria politica del Governatore uscente, che ne osteggia l’apertura, queste persone come pensano di poter governare la città? Ci vuole un gruppo dirigente politico compatto con un’unica idea di governo”.

Poi Romano conclude “Non siamo dei Don Chisciotte, i meccanismi della politica li conosciamo bene, anche noi. Valorizzate il candidato Sindaco, sono delle elezioni atipiche, per un anno difficile, c’è anche il mese di agosto, in questo stop delle ferie guardate, ascoltate, valutate mai come adesso c’è necessità di voltare pagina”.

Cinzia Porcaro



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Da sempre affascinata dal giornalismo ,ha coltivato questa passione per anni. Laureata in lettere presso la Federico II è iscritta all'albo giornalisti pubblicisti. Continua a fare informazione e pensa ancora che un giornalista racconta la verità ,non quella Pirandelliana del "Io son colei che mi si chiede", ma quella dei fatti e delle persone.