Abbiamo seguito l’incontro a distanza dal canale YouTube Dentro la Notizia, che in collaborazione con Webradio 11.11, hanno intervistato il giudice Giorgianni, la professoressa Gatti, l’avv. Moriggia e la parlamentare M5S Jessica Costanzo.
La parlamentare Costanzo, prima firmataria, insieme ad Elisa Siragusa e Virginia Villani (tutte e tre del M5S), di una proposta di legge alla Camera che introduce i reati di “istigazione a disobbedire alla legge elettorale, di isolamento sociale o affettivo e di istigazione alla rinuncia o al rifiuto dei trattamenti sanitari”, come abbiamo riportato in un nostro recente articolo, aveva spiegato che “ci sono centinaia di casi di persone morte perché obbligate a rinunciare al trattamento sanitario salvavita da chi le ha istigate in tal senso, contro la loro volontà. Altri casi in cui i pazienti erano costretti a rinunciare perché consapevoli dell’ostracismo che avrebbero subìto”.
Ma Giorgianni, tra i tanti interventi aggiunge questo passaggio, riferendosi proprio alla proposta di legge: “Ho letto l’articolato di quelle norme e credo che, al di là della buona fede del proponente (on. Costanzo), può diventare un occasione ghiotta per cercare di limitare in questo momento il pensiero dissenziente. Vorrei ricordare che si sta lavorando ad una commissione d’inchiesta per le fake news e che questa commissione d’inchiesta rischia di essere penalizzante per i liberi pensatori”.
Poi il giudice nello stesso passaggio fa una parentesi sulla sua esperienza da magistrato e dice appunto: “La mia esperienza da magistrato mi induce a ritenere che alcune norme che sono eventualmente interpretate al di fuori del contesto in cui nascono in cui la ratio e la norma è solo uno dei componenti dell’interpretazione, ma la disposizione elettorale della norma, molto spesso, al di là dell’analogia che è vietata in materia penale consente però un interpretazione talmente estensiva da sorprendere lo stesso proponente…”.
L’avv. Moriggia nel frattempo esprime una critica la Movimento 5 stelle, e pone un accenno alla proposta di legge: “Faccio da 30 anni l’avvocato, conosco abbastanza il diritto e sono inorridito quando ho guardato solo il titolo del reato, perché onestamente non ho avuto la possibilità di leggere l’articolato. Quindi non posso assolutamente esprimermi dal punto di vista né costituzionalistico, né penalistico, né giuridico…non riesco a capacitarmi di quello che stiano facendo questi signori al governo”.
Fa un appello a Jessica Costanzo anche RobyMaster, che gestisce il canale Dentro la Notizia, il quale dice: “Quando la politica si incontra con la società civile, con il popolo, allora si possono raggiungere anche dei buoni risultati, sempre per i cittadini. Quello che vorrei strapparti come promessa, te lo dico con tutto il cuore, e sono convinto di rappresentare buona parte della popolazione: basta leggi, basta dPCM che limitino la libertà personale, basta, bisogna ripristinare al più presto tutti i diritti umani che avete sottratto agli italiani…”.
Poi il gestore del canale Dentro la Notizia chiede ancora all’onorevole del Movimento 5 stelle: “…Lo prometti da parte tua per quello che ti riguarda?”.
La risposta che arriva dalla Costanzo è molto importante perché ci fa capire bene le pressioni interne alle quali viene sottoposto un parlamentare della Repubblica (riportiamo in maniera letterale): “Penso che sia un grido d’aiuto questo e lo colgo…probabilmente già ritirando la proposta che comunque…si è creato allarmismo già solo leggendo il titolo perché giustamente non si capisce bene…c’è il rischio che venga approvata, in realtà il deposito è di per sé già pericoloso, ma prima che venga approvata e questo è un altro discorso che comunque si collega sempre…sono pochissime le leggi di iniziativa parlamentare in questa legislatura che vengono approvate…”.
Poi la deputata M5S completa il suo pensiero in questo modo: “Non so se sono riuscita ad esprimermi o ad esprimere la preoccupazione di queste persone che vedono limitarsi la loro libertà personale, però ho capito anche il rischio che c’è nell’istituire un reato perché andrei a limitare altre libertà individuali di altre persone…questo io l’ho capito”.
Andrea Ippolito