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Morano Calabro: il piccolo presepe a cielo aperto del cosentino

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Alle pendici del massiccio montuoso del Pollino, nella florida zona collinare della valle del fiume Coscile, è situato il piccolo comune italiano di Morano Calabro, ad oggi considerato uno dei borghi più suggestivi e caratteristici del sud Italia, e non solo.


Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il paese conta meno di 5mila abitanti, e basta arrivare ai piedi del borgo per restare affascinati dalla vista di quello che sembra un luogo senza tempo, un piccolo presepe a cielo aperto.

A Morano Calabro molte cose sembrano rimaste immutate, radicate nella tradizione e nell’arte che l’ospita, e ciò inorgoglisce gli abitanti del posto, disponibili ed ospitali con i turisti più curiosi.

“Abitiamo in uno dei posti più belli d’Italia. Il mare? Possiamo scegliere fra Ionio e Tirreno, distano entrambi un’ora di macchina”, ci specifica uno dei residenti.



Per gli amanti della montagna e dell’outdoor, è possibile beneficiare della vicinanza al Parco Nazionale del Pollino, il parco nazionale più grande d’Italia, che abbraccia (con i suoi 192.565 ettari) sia la Calabria che la Basilicata.

Fra le più grandi attrazioni, naturalistiche e culturali, impossibile non citare il Parco della Lavanda, La Chiesa di Santa Maria Maddalena e soprattutto, fiore all’occhiello per i più attenti alla storia, il Castello Normanno-Svevo. Le sue origini risalgono all’epoca romana e, nel Medioevo, grazie alla sua posizione strategica, fu sede feudale di Apollonio Morano, primo feudatario di cui si abbia menzione.



Interessante, e quasi rievocativo di un’iconografia partenopea, fu il rifacimento dell’edificio fra il 1514 ed il 1545, il cui modello, per volere del feudatario Pietrantonio Sanseverino, s’ispirò al Maschio Angioino di Napoli.

Insomma, basta voltare di poco il capo per scorgere meraviglie inesplorate della nostra Italia più autentica; per godere di “gemme” storiche senza allontanarsi troppo da quello che, ancora oggi, è uno dei contenitori culturali più ricchi e sorprendenti d’Europa.

Elvira La Rocca



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