Presentato un ricorso al TAR da parte del Consigliere uscente Cozzolino per presunte irregolarità. Nell’occhio del ciclone 4 liste: due a sostegno di Buonajuto (“Democrazia cristiana” e “il Popolo ercolanese”), una a sostegno di Parentato (“Centro Democratico”) e una a sostegno di Sorrentino (“Ercolano è la stella”).

“Tanto tuonò che piovve”. Non è una delle immagini figurative più adatte con la calura di questi giorni, ma rende bene il clima di tensione che si respira in questo turno di Amministrative all’ombra del Vesuvio.


Ad agitare le acque, già tanto torbide e mosse, in quel di Ercolano ci ha pensato il Consigliere comunale uscente Gennaro Cozzolino, nonché ispiratore della lista “la Giusta Scelta” (a supporto della anti-buonajutiana Colomba Formisano) che, attraverso i propri legali, ha disposto il deposito di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale per presunte irregolarità nella presentazione delle liste elettorali.

In concreto, nelle copiose pagine del ricorso, è stato richiesto ai giudici amministrativi di annullare i verbali della sottocommissione elettorale circondariale la quale ha ammesso alla competizione elettorale alcune liste le quali – secondo i ricorrenti – sarebbero viziate da gravi elementi di illegittimità.



L’impugnazione degli atti prodotti dal plenum della sottocommissione riguarda, in sostanza, la mancata ricusazione delle seguenti liste: “Ercolano è la stella” a supporto del candidato sindaco Pierluigi Sorrentino, “Centro Democratico” a supporto del candidato sindaco Luigi Parentato, “Libertas Democrazia cristiana” e “il Popolo ercolanese” a supporto del candidato sindaco, nonché primo cittadino uscente, Ciro Buonajuto. Alla base delle contestazioni ci sarebbero motivazioni pressoché analoghe ma non del tutto identiche, in ordine all’applicazione della normativa vigente sulla composizione ed elezione degli organi delle Amministrazioni comunali.

Nel caso specifico della lista “Ercolano è la stella” – nella quale ricordiamo sono confluiti una parte di grillini orfani del simbolo – è stata contestata la presenza all’interno del logo di un edificio religioso recante sulla propria sommità una croce. Tale fattispecie farebbe, a detta dei ricorrenti, prefigurare una violazione non riscontrata dalla sottocommissione elettorale dal momento che la legge, risalente al 1960, vieta esplicitamente l’utilizzo, all’interno dei contrassegni, di immagini o soggetti di natura religiosa.

Di natura completamente diversa, invece, sono le motivazioni su cui si poggia il j’accuse da parte di Cozzolino sui casi riguardanti le altre tre liste oggetto delle sue attenzioni. Tendenzialmente si tratta di richiami grafici a simboli di partito attivi sul panorama nazionale i quali comporterebbero, a suo parere, l’esclusione – allo stesso modo non rilevata dalla sottocommissione – dalla competizione.

E’ il caso de “il Popolo ercolanese” in cui, all’interno del proprio contrassegno, verrebbero utilizzati elementi grafici del partito dell’ultracattolico Mario Adinolfi “il Popolo della famiglia”.




Analogo discorso ha riguardato anche l’altra lista a supporto di Buonajuto: “Libertas Democrazia cristiana”. L’utilizzo nel contrassegno dello storico scudo crociato di eredità dell’Unione di Centro, a cui fa capo il Segretario Lorenzo Cesa, non sarebbe stato autorizzato da quest’ultimo.

Caso ancor più evidente si registra nell’unica lista civica a supporto del candidato sindaco Luigi Parentato la quale, si legge nell’esposto, non sarebbe in alcun modo collegata all’omonimo partito blasonato di Bruno Tabacci in quanto mancherebbe agli atti, come nel caso precedente, l’autorizzazione da parte della relativa organizzazione politica di respiro nazionale. Anche qui il dettato normativo è chiaro laddove prevede la ricusazione di quei contrassegni di lista che “siano identici o che si possano facilmente confondere con quelli presentati in precedenza o con quelli notoriamente usati da altri partiti o raggruppamenti politici, ovvero riproducenti simboli o elementi caratterizzanti di simboli che, per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento, possono trarre in errore l’elettore”.


Ciò che invece ha sollevato la sottocommissione elettorale nell’esame dei fascicoli elettorali – e che viene contestato nel ricorso al TAR –  è il richiamo da parte della lista civica “pentastellati” (a sostegno di Colomba Formisano) al “Movimento 5 Stelle” ritenendo che con tale espressione si sarebbe potuta generare confusione nell’elettorato. “Una illegittima disparità di trattamento” per Cozzolino il quale, da delegato di lista, è stato successivamente costretto, a seguito dell’interpretazione rigorosa della norma, a modificare le denominazione della propria lista civica in “la Giusta Scelta”.


“Un ricorso al TAR – dichiara Cozzolino promotore dell’iniziativa giudiziaria – mosso dal desiderio di giustizia normativa e verità sugli accadimenti.  La norma è chiara e ci aspettavamo che, dopo la minuziosa interpretazione fatta dalla Commisione Elettorale Circondariale nei confronti della prima lista depositata, che mi onoro di rappresentare da delegato, che era PentaStellati poi divenuta GiustaScelta, la stessa accortezza venisse utilizzata nella valutazione della documentazione di tutte le altre liste presentatesi. Ciò non è avvenuto, anzi, mentre a noi è stata contestata la dicitura PentaStellati prendendo a riferimento l’Accademia della Crusca, a tutte le altre liste civiche non solo non è stato contestato nulla dal punto di vista visivo dei simboli ma non si è neppure richiamata la normativa che obbliga le stesse a depositare precisa documentazione a corredo; documenti fondamentali per l’accettazione della lista stessa. Su questo aspetto non c’è TAR che tenga, sta negli atti il comportamento disomogeneo della Commissione Elettorale Circondariale. Ci tengo a precisare che questo ricorso non è ad personam (lo sarebbe stato se destinato solo a determinate liste) ma necessario per dare risposta a quella sete di giustizia che continua a contraddistinguerci nello scenario politico. Non per vendetta ma per giustizia.”

Sono vari i possibili scenari che potrebbero aprirsi qualora il ricorso venga accolto dai giudici amministrativi. Tra questi potrebbe esserci in extrema ratio persino l’esclusione immediata delle liste incriminate dalla competizione elettorale. Nelle prossime settimane ci sarà il verdetto. Si attendono ora le reazioni che probabilmente non tarderanno a mancare.

Danilo Roberto Cascone



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