Dieci anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica-Acciaroli, in provincia di Salerno. Oggi si terrà la Festa della Speranza, fissata per il 5 settembre e organizzata da Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo. Vassallo fu ucciso in un attentato la cui sospetta matrice camorristica è tuttora oggetto di indagini da parte della magistratura.

La sera del 5 settembre 2010, intorno alle 22 e 15 ad Acciaroli (frazione di Pollica), mentre rincasava alla guida della sua automobile, Vassallo fu ucciso da uno o più attentatori allo stato ignoti. Contro di lui furono esplosi nove proiettili calibro 9, sette dei quali a segno.



“Sento il dovere di esprimere i miei profondi sentimenti di partecipazione per la grave mancanza di risposta dinanzi ad un fatto di sangue così grave”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una lettera inviata a Dario Vassallo, fratello del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, in occasione del decimo anniversario dell’assassinio del sindaco pescatore di Acciaroli e sulla cui vicenda ancora oggi non si conoscono né gli autori né i mandanti.

Nella lettera – di cui riferisce la Repubblica – il presidente Conte, che non potrà essere presente alla “Festa della Speranza”, fissata per il 5 settembre e organizzata da Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo-Sindaco Pescatore per il giorno, ha ricordato la figura di Angelo Vassallo. “Suo fratello Angelo era stato per 15 anni sindaco di Pollica, impegnandosi fino al sacrificio della vita per la legalità, per il rispetto delle regole e delle istituzioni, per garantire gli interessi e la libertà dei cittadini, per combattere senza cedimenti la criminalità organizzata. Ha svolto il suo compito con orgoglio, coraggio e straordinaria integrità morale, costituendo un esempio non solo per i cittadini del suo territorio cilentano, ma per l’intero Paese”.



“Fin da subito, – spiega Dario Vassallo – avevamo deciso di invitare solo il presidente del Consiglio Conte alla Festa della Speranza, anche in considerazione del fatto che la manifestazione si sarebbe svolta in piena campagna elettorale. Il pericolo che i politicanti di professione avessero potuto strumentalizzare la manifestazione era troppo grande”. “Vogliamo la verità sulla morte di mio fratello. – conclude Vassallo – A dieci anni dal suo assassinio, è ormai chiaro che pezzi importanti delle istituzioni hanno contribuito ad insabbiare e deviare le indagini. Chiediamo da tempo una commissione parlamentare d’inchiesta che faccia piena luce su tutta la vicenda”.



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