Elezioni Regionali in Campania 2020: nella lista di Forza Italia c’è Franco Cascone a sostegno del candidato governatore Stefan Caldoro. Cascone, già sindaco e vicesindaco di Santa Maria la Carità nonché consigliere metropolitano di Napoli, è tra i big della lista di Fi. Punto di riferimento forte del territorio, è pronto a mettere la propria esperienza in campo a livello regionale. Di seguito l’intervista esclusiva a Franco Cascone, candidato consigliere regionale nella lista di Forza Italia.
1) Perché ha scelto di candidarsi alle Regionali 2020?
La scelta di candidarmi alle Elezioni Regionali 2020 è la conseguenza di un percorso naturale partito nel 2004, quando sono diventato sindaco di Santa Maria la Carità. Alla luce di quel mandato, che è durato dieci anni, cui poi ha fatto seguito un ulteriore mandato da vicesindaco e da consigliere metropolitano, ho maturato la consapevolezza di volere e poter mettere quelle esperienze al servizio del mio territorio e di tutta la Campania. Il ‘campo’ regionale negli ultimi anni è stato un po’ lacunoso: non sono stati focalizzati gli obiettivi da perseguire. Nella compagine che si contrappone alla nostra noto nomi che hanno gestito per decenni la Regione in tanti settori come la Sanità ed i rifiuti. Quelle stesse persone in venti anni non hanno concluso nulla, anzi, sono responsabili del fatto che la Campania si trova ad essere fanalino di coda tra le Regioni italiane in termini di efficienza. Ciò rafforza ancor di più la mia consapevolezza di dover essere a disposizione dei campani.
2) Come pensa sia stata gestita la situazione Covid in Campania?
L’emergenza Covid-19 in Campania, all’inizio, è stata gestita in modo scandaloso. A fine febbraio Vincenzo De Luca ha convocato tutti i sindaci per “ammonire” e “sgridare” coloro che stavano firmando ordinanze per la chiusura delle scuole ribadendo che il coronavirus era una semplice influenza stagionale. Il 5 marzo ha permesso a 12mila persone di partecipare ad un concorso presso la Mostra d’Oltremare. Qualche giorno dopo il governatore si è ravveduto sulla via di Damasco dopo che il Governo centrale aveva imposto il lockdown. De Luca ha quindi capito che si trattava di qualcosa di serio ed ha cominciato a “sfruttare” l’emergenza per fini elettorali puntando sul terrore con i suoi monologhi sui social. La gestione dal punto di vista sanitario, invece, è al vaglio degli inquirenti. Se un sindaco avesse adottato le stesse procedure seguite dal governatore sarebbe già indagato o peggio. Invece più si è andati avanti più De Luca ha condotto l’emergenza in maniera propagandistica con ordinanze pasticciate. Una di esse ha riguardato il settore del food impedendo ad esempio alle pizzerie di lavorare a domicilio e consentendo, invece, a decine di altri corrieri di recapitare a casa miriadi di prodotti. Ha cercato di accrescere il proprio ego e la propria immagine come governatore-sceriffo vantandosi di aver salvato la Campania da un disastro sanitario. I dati, però, hanno dimostrato che nel Sud Italia la pandemia non è arrivata o, almeno, è arrivata dal Nord. Il nostro Sistema Sanitario non è stato all’altezza non per i suoi operatori ma per l’organizzazione della Sanità stessa. Abbiamo visto cambiare direttori sanitari durante l’emergenza e decine di operatori che sono stati contagiati perché sprovvisti dei dispositivi di protezione. Lo stesso ospedale Cotugno, preso ad esempio in tutto il mondo come struttura-modello, ha dovuto fare fronte “da solo” ai dpi perché il Ssr è stato inadeguato.
3) Come reputa le misure messe in campo da Vincenzo De Luca per i rientri dall’estero dopo le vacanze in questa fase delicata della pandemia?
Si tratta di improvvisazione. Il Sistema Sanitario Regionale avrebbe potuto imporre un controllo per chiunque tornava dall’estero e dalle altre regioni italiane. Ciò non significava necessariamente mettere in quarantena tutti bensì tutelare chi non si era mosso. Sicuramente è stata un’opportunità persa che avrebbe salvaguardato la salute dei campani. De Luca è però distratto dalle elezioni e dalla creazione della sua armata Brancaleone.
4) Perché i campani dovrebbero scegliere di votare il centrodestra in questo momento di crisi? In particolare, perché dovrebbero scegliere di votare Franco Cascone?
I campani devono guardare gli ultimi vent’anni e ricordare che la gestione Bassolino è stata disastrosa ed ha portato la Regione ad essere commissariata su più fronti. Al contrario, la gestione Caldoro è stata virtuosa. Per quanto concerne la Sanità Caldoro ha ereditato un “buco” di 5 miliardi di euro dal duo Bassolino-De Mita recuperando poi 3,5 miliardi di deficit evitando il completo default. Oggi a Bassolino si è sostituito De Luca, ma il duo De Luca-De Mita si candida ancora a gestire un Sistema Sanitario molto carente. Nei nostri ospedali ci sono medici ed infermieri eccellenti ma non riescono a sfruttare appieno le proprie capacità per mancanze strutturali. Nel corso di questa campagna elettorale sto incontrando medici e pazienti che lamentano l’assoluta mancanza di organizzazione, di beni di prima necessità. Negli ultimi tempi De Luca sta solo propagandando la costruzione di nuovi ospedali e l’assunzione di nuovo personale che, paradossalmente, è possibile solo grazie all’opera di risanamento che Caldoro ha fatto. Oggi votare centrodestra significa puntare su persone serie e preparate che conoscono benissimo quali sono le difficoltà e le ricette da mettere in campo per ridisegnare il futuro. De Luca, invece, concepisce questo territorio in maniera arcaica, ereditando le stesse idee di Bassolino che hanno creato danni inimmaginabili. Perché votare Franco Cascone? Alla pari di altri miei colleghi abbiamo dimostrato la nostra serietà sulla concezione che la politica va fatta per gli altri. Siamo animati dall’unico obiettivo di contribuire a far sì che la Campania, già baciata dal buon Dio con le sue bellezze e meraviglie, spicchi finalmente il volo e che rappresenti la Regione-traino per tutto il Sud Italia.
5) Sono svariati i settori in crisi a causa della pandemia. Quali sono le azioni concrete da mettere in campo, ad esempio, per il settore turistico?
Il settore turistico è in ginocchio per tanti motivi. La pandemia era qualcosa di inaspettato ma gli operatori e gli imprenditori hanno le risorse intellettuali ed organizzative per far fronte anche ad un nuovo modo di fare turismo e di esprimere un’offerta. Le strutture sono adeguate ma potrebbero ancor più migliorare attraverso una normativa regionale più snella. La Regione perciò può e deve mettere in campo delle attività per sburocratizzare la macchina delle autorizzazioni urbanistiche, paesistiche ed edilizie. Certamente la Regione deve fare la sua parte per rendere il turismo una filiera. Abbiamo bellezze paesistiche, naturali, culturali, archeologiche, enogastronomiche e religiose e attraverso la regia regionale queste ricchezze devono diventare sistema. In questo modo il turismo deve diventare locomotiva per tutto il territorio.
6) Franco Cascone ha un’esperienza decennale in politica, attualmente ricopre il ruolo di assessore e vicesindaco di Santa Maria la Carità insieme a quello di consigliere metropolitano. I cittadini la ricordano sempre con affetto. Cosa pensa di aver trasmesso negli anni ai suoi elettori?
Se da più di sedici anni tanti cittadini confermano la stima nei miei confronti è perché hanno imparato a conoscere una persona semplice che resta la stessa di qualche decennio fa e che ha conservato ed aumentato la propria passione per l’agire pubblico. Sono consapevole di poter dare un contributo enorme al progresso della nostra Regione. Specie nella nostra area, abbiamo bisogno di politiche che non siano frutto di prebende elettorali né di piaceri. Viviamo in una Regione che ha il diritto di essere amministrata da chi sa cosa significa essere governo, legislatore, macchina che rende efficienti tutte le pratiche dell’agire umano, politico ed economico. Un bravo politico non deve avere il freno a mano inserito, così come da troppi decenni accade, bensì deve essere motore del Sistema Paese e deve dialogare ed ascoltare tutte le categorie e tutte le fasce d’età.