La pianista esecutrice e compositrice Giuseppina Torre il 12 settembre si esibirà in concerto alle ore 19 a Napoli in occasione di Piano City Napoli 2020. L’evento si terrà presso l’hotel Palazzo Caracciolo MGallery e l’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti.

Caso eccezionale nel panorama musicale italiano, ha calcato numerosi palchi di lustro sia in Italia sia all’estero. La sua bravura, nell’arco della sua carriera, è stata confermata da vari riconoscimenti negli Stati Uniti: Los Angeles Music Awards (“International Artist of the Year” e “International Solo Performer of the Year”), Akademia Awards di Los Angeles (“Ambiental/Instrumental”) e 5th I.M.E.A. Awards 2018. L’artista, inoltre, è  autrice delle musiche del docu-film “Papa Francesco – La mia Idea di Arte” per la produzione di Walkman Records.



Giuseppina, in vista dell’evento del 12 settembre, delizierà il pubblico suonando sulle note del suo ultimo album “Life Book”, pubblicato da Decca Records e distribuito da Universal Music Italia. La tracklist comprende dieci musiche inedite che sono state scelte per accompagnare il documentario di Speciale TG5 “Testimone – Liliana Segre contro l’indifferenza” a cura di Roberto Olla. Di seguito, l’intervista esclusiva che rilasciato Giuseppina Torre.

Com’è nata la sua passione per la musica?

“La passione per la musica è nata quando ero ancora piccolissima. All’età di quattro anni un mio zio mi regalò un pianoforte giocattolo con il quale riuscivo a riprodurre qualsiasi motivo musicale ascoltassi. Da quel momento in poi il pianoforte è diventato dapprima il mio compagno di gioco, successivamente la mia più grande passione per poi diventare il mio compagno di vita con il quale lavoro”.

Quali sono stati i pianisti e compositori che hanno influenzato la sua formazione?

“Amo da sempre Bach, lo considero un genio, colui che ha rivoluzionato il sistema ‘temperandolo’. Lo adoro per la sua capacità di realizzare complesse costruzioni armoniche; il suo essere molto cerebrale mi ha affascinato sin da quando ho cominciato a studiare pianoforte. E non potrei fare a meno di Mozart. Pensando invece ad artisti contemporanei: Morricone, Nyman e Cacciapaglia. Inoltre i miei ascolti non sono confinati esclusivamente alla musica classica ma spaziano parecchio ascolto infatti anche altri generi”.

Com’è tornare ad esibirsi dopo il periodo di stop dato dal lockdown?

“Il lockdown ha l’unico merito di averci fatto apprezzare ciò che davamo per scontato. Sarà una sensazione meravigliosa poter condividere di nuovo e realmente le emozioni con il pubblico. La tecnologia ci ha aiutato a non sentirci soli ma nessuna tecnologia potrà mai sostituire il rapporto simbiotico che si crea con il pubblico durante un concerto”.




Sul palco eseguirà al pianoforte le composizioni contenute nel duo ultimo album “Life Book”. Ci dica di più.

“È un sunto di ciò che ho vissuto in questi anni difficili. Traccia dopo traccia racconto ciò che ho vissuto e ciò che i miei occhi hanno visto. Considero questo album una seduta di psicoanalisi dove metto a nudo i miei sentimenti, le mie fragilità, la mia voglia di vivere e rimettermi nuovamente in gioco nonostante le avversità. È un inno alla vita, al coraggio, alla voglia di rialzarsi e risanare le ferite. Il filo conduttore è la vita, nelle sue varie sfaccettature, ma sempre narrata con positività“.

Emanuela Francini



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