In una città “paralizzata” per garantire al leader della Lega un’ora indisturbata di eloquio elettorale, a Largo Berlinguer è divampata la fiamma delle contestazioni.

Privati della possibilità di confutare in piazza le teorie leghiste, numerosi cittadini ed organizzazioni del territorio napoletano, hanno portato la loro contestazione nei pressi di Via Toledo.


“Siamo contro Salvini perché sappiamo che la soluzione ai nostri problemi non può essere una guerra fra poveri, non si possono aizzare i lavoratori contro i disoccupati, o quest’ultimo contro gli immigrati; è chiaro a tutti noi qual è il suo gioco, cioè provocare la parte peggiore di questo paese, mettere in contrapposizione gli sfruttati, dividendoli a seconda del colore della pelle”.

Proprio sul tema dell’immigrazione, su cui l’euroscettico è stato spesso nell’occhio del ciclone a seguito di pregresse dichiarazioni, è intervenuto il portavoce di Migranti e Rifugiati di Napoli, ponendo all’assente controparte delle domande triviali.


“Dov’era Salvini quando i napoletani emigravano all’estero in cerca di fortuna? Perché non parla degli emigranti ma solo d’immigrazione? Perché non ci parla della Terra dei Fuochi, fatta dai suoi amici imprenditori?”

Critiche indubbiamente mosse da un desiderio di confronto, un dibattito che, però, ha lasciato spazio solo ad un assordante silenzio per timore (forse?) che il senatore subisse lo stesso “rimprovero” di Torre del Greco, e fosse costretto ad un prematuro ritiro dal comizio?

Centinaia di persone hanno comunque rimbeccato con impeto, e dietro allo slogan di “Napoli non si lega”, si sono spostati per svincolarsi da “una campagna elettorale votata all’odio e alla discriminazione”.


“Noi non dimentichiamo, e l’assurda retorica di prima i campani non può far passare in secondo piano anni di speculazioni, perché la Lega Nord è sempre la stessa. Ci riprenderemo tutto: la nostra voce, le nostre strade, la nostra terra, e non lo faremo con le buone maniere!”

Elvira La Rocca



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