“Gragnano non si lega”, questo lo slogan dipinto sullo striscione con il quale è stato accolto Matteo Salvini nella città della pasta. Si tratta di un tour elettorale infelice, in quanto l’ex ministro dell’Interno è stato boicottato in varie tappe dell’itinerario di quest’oggi nelle città in provincia di Napoli e Salerno. I comizi per sostenere la candidatura di Stefano Caldoro in vista delle prossime elezioni regionali della Campania non sono andati nei migliori dei modi.
“Il 20 e 21 settembre finalmente milioni di campani voteranno: chi vuole il vecchio sceglie De Luca, chi vuole provare il nuovo finalmente ha la Lega”, così ha iniziato il suo enfatico discorso. Attacchi al vetriolo per la sinistra campana, non ha di certo fatto sconti: “Qua c’è una terra stupenda come la Campania che è da anni ostaggio del nulla, delle chiacchiere, delle false promesse e delle ecoballe di De Luca, de Magistris e compagnia”. Ci ha tenuto, inoltre, a ribadire il suo interesse e le sue azioni concrete per il Sud Italia e la Campania: “Io da ministro ho dato più soldi a Napoli e alla Campania, più agenti e telecamere, che a tutto il resto d’Italia. De Luca, invece, ha promesso di togliere milioni di ecoballe e di rifiuti tossici dalla Campania e non l’ha fatto nonostante i soldi a disposizione”. Ed ha accusato sempre il presidente De Luca di essere la causa del turismo sanitario: “Lui, inoltre, costringe decine di migliaia di campani negli anni ad andare negli ospedali delle altre regioni perché non segue la sanità campana”.
Ma si sa, anche gli inizi migliori possono subire deviazioni lungo il tragitto. E così è stato. Fischi, slogan, contestazioni e perfino lancio di pomodori hanno accolto a Torre del Greco le sue parole dal palco allestito nella zona tra via Roma e corso Vittorio Emanuele chiusa al traffico.
Il leader della Lega doveva anche visitare le aree mercatali di largo Santissimo e passeggiare in via Salvator Noto, ma la contestazione urlata da un corteo composto da almeno un centinaio di manifestanti partito da piazza Santa Croce, ha fatto cambiare i programma agli organizzatori del comizio. I responsabili del servizio d’ordine hanno così deciso di indirizzare Salvini direttamente al palco dove erano presenti già gli attivisti locali. Nonostante il logo della Lega sia bianco e blu, il suo leader è stato trattato peggio di un “bianconero”.
“Chi lancia pomodori, insulta e minaccia, non protesta, è un incivile”, ha commentato a caldo Salvini. Non si è fatto scoraggiare, anzi, ha già palesato le sue intenzioni di ritornare: “Tornerò ad incontrare le persone perbene, che sono la maggioranza delle persone pacifiche, silenziose e laboriose di questa città”. E prima di andarsene, ha aggiunto: “Ringrazio le signore che mi hanno riempito di affetto e che mi hanno restituito il rosario che mi hanno strappato dal collo l’altro ieri. Porto via da questa città solo il bello: quelli che urlano non fanno politica, fanno solo casino”.
La giornata in Campania per Matteo Salvini si è conclusa a Napoli con un comizio al fianco del candidato presidente Stefano Caldoro. Massima sicurezza messa in campo dalle forze dell’ordine che hanno blindato le strade di accesso e la stessa piazza Giacomo Matteotti, dove è stato allestito il palco. In strada polizia, carabinieri e guardia di finanza, che hanno fatto di tutto per evitare evitare contatti e gli inevitabili scontri tra gli antagonisti e i sostenitori di Salvini. Sigillati per motivi di sicurezza i cassonetti della raccolta dei rifiuti.
Poi Salvini citando Benedetto Croce conclude: “La violenza è segno di debolezza. E’ per questo che la sinistra ha già perso”.
La serata napoletana si è conclusa con l’immancabile sfilata di sostenitori per gli immancabili selfie. In piazza erano circa tremila i presenti per la manifestazione della Lega.
Prossimo futuro le amministrative a Napoli e per questo motivo non sono mancate le domande alle quali Matteo Salvini ha risposto: “Un candidato sindaco per Napoli? Per una candidatura civica, sostenuta dalla Lega ci sono già tre o quattro imprenditori che si sono messi a disposizione. A me non interessa la tessera di partito, se persone del fare e delle professioni, del volontariato, dell’ Università, si metteranno a disposizione per un progetto di città diversa, per de Magistris e soci è finita”.