Un progetto cresciuto, un percorso che si trasforma dopo 8 anni con una nuova carta d’identità, Fuorigrotta che diventa Napoli per rappresentare l’intera città nel futsal. Un’estate rincorsa dalle notizie, la volontà di misurarsi sul massimo palcoscenico nazionale per meriti acquisiti sul campo, ma sempre nel rispetto di classifiche e regolamenti vigenti.

Il presidente Serafino Perugino inizia proprio da qui: “Siamo partiti inoltrando la domanda per la serie A, per tutto quanto abbiamo vissuto nella passata stagione, perché le condizioni ci davano una possibilità per l’ammissione. Porta aperta e chiusa più volte, complici le vicissitudini di altri club. Ci tengo a sottolineare, per l’amicizia che mi lega ad Antonio Massa, di essere più che felice di vedere il Real San Giuseppe ricompattato e pronto a dare battaglia. Siamo stati semplicemente alla finestra dando la nostra disponibilità alla Divisione calcio a 5, ugualmente pronti a disputare una A2 da protagonisti con l’obiettivo di fare il salto di categoria tra un anno”.


La Napoli del futsal ha lottato anche per un altro diritto negato: quello di giocare al PalaBarbuto. Nonostante le promesse, gli ostacoli incontrati hanno fatto desistere il club dal proseguire questa battaglia.

“Monopolizzare una struttura polivalente è stato uno smacco alla città da parte delle istituzioni. Si sono avute pressioni per far sì che giocasse solo il basket, parole e mai i fatti da parte di chi non ha avuto il coraggio di dire la verità, quella che il calcio a 5 non sarebbe mai entrato all’interno della struttura”.



E il presidente Perugino sottolinea lo scarso interesse: “Lunghe riunioni, finta cordialità per arrivare ad un punto dove chi abbiamo interpellato ha dimostrato di contare nulla. Disponibilità nostra per fare i lavori necessari e autorizzazione mai arrivata, non ci volevano e ci hanno fatto solo perdere tempo. Serietà e chiarezza evidentemente non abitano in alcuni palazzi. Ed è triste anche l’atteggiamento avuto dall’assessore allo Sport, Ciro Borriello. Ho provato l’ennesima forma di dialogo, inviandogli una maglietta del club col suo cognome e lui, con una raccomandata, l’ha spedita al mittente. Un affronto a chi fa lo sport in una categoria nazionale e anche per Napoli. Siamo una società seria, non meritiamo di essere trattati così”.

Adesso obiettivo serie A, senza nascondersi. Il numero uno partenopeo lancia il suo messaggio, ripercorrendo la passata stagione: “L’anno scorso ho preso Kakà e Jefferson che, seppur grandissimi giocatori, non si sono adattati alla categoria. Ma essenzialmente non si è fatto gruppo e si è mal gestita la rosa, dando eccessivo minutaggio ai giocatori di spicco, arrivando al clou con i nostri migliori in condizioni pessime. E’ stato difficile affrontare la parte finale del campionato con elementi che avevano avuto poca fiducia da parte dell’allenatore. Poi sicuramente il San Giuseppe è stato una spanna superiore, ma ero confidente che i play off li avremmo giocati per vincerli. Non vogliamo ripetere gli stessi errori, dobbiamo valorizzare anche i giovani, il gruppo italiano e costruire una squadra solida in tutti i suoi effettivi”.

E sul campionato che inizierà, con le restrizioni, con le normative anticovid da seguire, il presidente ha fiducia: “Ci siamo tutti emozionati nel vedere all’esterno del Centro Sportivo Cercola il sostegno dei tifosi il primo giorno di allenamento, per noi sarà importante, quando saranno consentiti gli ingressi. E’ sicuramente un’annata particolare, nella speranza che ben presto si torni alla normalità. Osserveremo tutti le regole necessarie con l’intento principale di tornare a fare sport e con la consapevolezza che Napoli vuole diventare una piazza sempre più importante per il calcio a 5”.


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