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Coronavirus in Campania, De Luca: “Sono allarmato, chiudo tutto”

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Coronavirus in Campania, Vincenzo De Luca a “Porta a Porta”: “Sono allarmato, chiudo tutto”. Lo stop alla movida con il divieto di vendere alcolici da asporto dopo le 22 e il limite di venti persone alle feste “è la penultima decisione prima di chiudere tutto”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

“Sono molto allarmato – ha continuato il governatore campani – credo che dobbiamo aprire gli occhi e dire con chiarezza ai cittadini che siamo già nella seconda ondata dell’epidemia. Ricordo che la Campania è la Regione che ha la più alta densità abitativa d’Italia e il 60% dei positivi oggi sono nelle Asl Napoli 1 e 2 e a Caserta cioé quelle a maggiore congestione abitativa”.


Poche ore prima il governatore della Campania in merito all’emergenza coronavirus aveva varato nuove misure per il controllo dei contagi e per la gestione della movida. Misure contenute nell’ordinanza 75, valida fino al 7 ottobre. L’esercizio e la fruizione delle attività connesse a cinema, teatri e spettacoli dal vivo, ristorazione e bar, wedding e cerimonie, sono subordinati alla stretta osservanza dei protocolli; inoltre, lo svolgimento di feste e di ricevimenti è consentito esclusivamente nel rispetto del limite massimo di 20 partecipanti per ciascun evento e nell’osservanza delle ulteriori misure previste dai protocolli.

A tutti gli esercizi commerciali (compresi bar, chioschi, pizzerie, ristoranti, pub, vinerie, supermercati), dalle 22 è fatto divieto di vendita con asporto di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, nonché di tenere in funzione distributori automatici. Resta consentita la somministrazione al banco, nel rispetto del distanziamento obbligatorio, nonché ai tavoli, purché nel rispetto dei protocolli. Gli esercizi che non possano garantire queste misure devono chiudere alle 22.


Dopo aver reintrodotto l’obbligo della mascherina e aver confermato anche la rilevazione obbligatoria della temperatura all’ingresso di uffici e locali pubblici, con l’identificazione dei clienti di esercizi, palestre e ristoranti, nonchè i controlli obbligatori al rientro in Campania, si punta a bloccare ogni fonte di possibile infezione, per scongiurare misure più drastiche. Non siamo ancora al lockdown, ma la Campania si avvicina a quella prospettiva.



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