Dove eravamo rimasti? Alla partita non andata in scena ieri sera all’Allianz Stadium di Torino e al rimandare le decisioni in merito, cioè lo 0-3 a tavolino e il punto di penalizzazione, al Giudice sportivo, previste nella giornata di martedì.

E invece il Giudice sportivo Gerardo Mastrandrea avrebbe preso ulteriore tempo per diramare la questione relativa a Juventus-Napoli. Non si saprà nulla di ufficiale prima di mercoledì. Ma il verdetto potrebbe slittare ancora. Mastrandrea starebbe pensando di chiedere un supplemento di indagine e di inviare tutti i documenti a lui disponibili alla FIGC, in particolare alla Procura Federale guidata da Giuseppe Chinè.

Mentre quindi si è ben lontano dal finire questa partita che non ha avuto mai un fischio d’inizio, dicono la loro due personalità importanti, una dell’ambito calcistico e l’altra dell’ambito sanitario, il consigliere federale Pietro Lo Monaco e il direttore dell’ASL Napoli 2 Antonio D’Amore.

Il consigliere FIGC, Lo Monaco

Lo Monaco, che ieri era convinto che ci sarebbe stato il rinvio della gara, ha affermato di pensare che il mancato rinvio sia dovuto a delle pressioni fatte dalla Juventus alla Lega Calcio, per non ‘darla vinta’ al Napoli, reo secondo loro di aver fatto a sua volta pressioni all’ASL e alla Regione Campania. Il consigliere si dice ancora sicuro che alla fine la sfida sarà recuperata: “davanti alla decisione dell’ASL di mettere in quarantena fiduciaria i giocatori del Napoli nessuno avrebbe dovuto obiettare. Il protocollo firmato venerdì è chiaro, in caso di interventi di autorità nazionali o locali la gara non deve essere disputata”.

Il direttore dell’ASL Napoli 2, Antonio D’Amore

E proprio a proposito di ASL, è intervenuto sulla questione il direttore dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Antonio D’Amore. Il dottor D’Amore ha ribadito la correttezza del comportamento dell’ente da lui diretto: “se non avessimo agito sarebbe stata una grave inadempienza. Se avessimo permesso la partenza per Torino saremmo incorsi in una mancanza di sorveglianza sanitaria”. D’Amore ha poi puntato il dito contro la gestione del caso Genoa e il protocollo della Lega: “Se a Genova si fosse agito in maniera diversa forse oggi non ci sarebbero stati i tre positivi nel Napoli. Non sappiamo nel Napoli quanti positivi ci saranno ancora. Cosa sarebbe successo se fossero andati in trasferta, avessero giocato la partita e poi si riscontravano nuovi positivi? Il protocollo della Lega approvato da CTS è superato. Quando sono state scritte le regole c’era l’esigenza e la fretta di concludere il campionato a giugno, ora invece siamo davanti a un incremento di casi Covid, soprattutto a Napoli”

Salvatore Emmanuele Palumbo

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