Il Capo della Polizia, coinvolto dal ministro dell’Interno Lamorgese per un parere relativo al DPCM che avrebbe fatto scattare i controlli delle Forze dell’ordine nelle case degli italiani, prepara in poco tempo una relazione che spazza via come una tempesta ogni dubbio, sia per “questioni di ordine giuridico”, che di natura pratica.

E’ dunque il prefetto Franco Gabrielli a fornire un importante contributo e dovremmo anche ringraziarlo se l’Italia non è diventata, per ora, uno Stato di Polizia.


Di seguito uno stralcio del Capo della Polizia, dal titolo ‘IPOTESI RIGUARDANTI GLI ASSEMBRAMENTI DESTINATI A SVOLGERSI NEI LUOGHI DI PRIVATO DOMICILIO’, raccolto dall’Adkronos e da Il Riformista.

“Si fa riferimento all’ipotesi emersa in queste ore di inserire nel Dpcm previsioni volte a consentire al personale delle forze di polizia di accedere ai luoghi privati e di privato domicilio al fine di verificare l’eventuale esistenza di raduni o assembramenti di persone oltre il limite consentito”.

Il testo di Gabrielli fa presente che “la soluzione prospettata non sembra agevolmente praticabile alla luce dell’articolo 14 della Costituzione che riconosce l’inviolabilità del privato domicilio”.

Le eccezioni all’articolo 14 della Carta sono possibili, “solo nei casi e nei modi stabiliti dalla legge e nel rispetto delle garanzie”. La restrizione del diritto, ovvero le perquisizioni di privati sono possibili solo se trovano fondamento in fonti primarie (leggi non Dpcm) e autorizzate dalla magistratura.



Gabrielli nel suo scritto cita le sentenze della Corte Costituzionale, e rinviando a fonti di legge primaria, dimostra che è impossibile impedire le eventuali feste private. Anche in caso di ‘tutela della salute dell’incolumità pubblica’ vale la riserva assoluta di legge e di giurisdizione. Di certo per andare a vedere cosa succede presso i privati non possono essere usate le norme esistenti, quelle che autorizzano le perquisizioni per la ricerca di armi, esplosivi e latitanti.

Secondo quanto riportato da Il Riformista, inoltre, ”ci sarebbe un modo per autorizzare questi controlli: il Parlamento dovrebbe dichiarare lo stato di guerra e conferire al governo i poteri necessari per farvi fronte”.

Andrea Ippolito



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