Il Gazzettino vesuviano | IGV

“Lockdown per un mese, 40 giorni per bloccare l’esplosione del contagio”

Questo quanto sta studiando il governatore De Luca quale ultima spiaggia per battere il coronavirus, per spezzare l’inarrestabile catena di contagi che sta producendo numeri di positivi preoccupanti.


“Oggi dobbiamo fare l’ultimo tentativo per bloccare l’esplosione del contagio, quindi dobbiamo chiudere tutto per un mese, per 40 giorni, per frenare l’esplosione del contagio. Poi si vedrà tra un mese, ma è evidente che senza decisioni drastiche non si può reggere, e dobbiamo farlo oggi perché siamo ancora in condizioni di reggere, domani non sarà più possibile”.

Troppe le occasioni di contagio che sono fuori controllo e che troppo spesso mostrano comportamenti inaccettabili: “Le situazioni che troviamo la sera davanti ai bar, la notte nelle ore della movida, davanti alle scuole agli ingressi e alle uscite – ha aggiunto De Luca – sono quelle che hanno portato a una diffusione enorme del contagio e rispetto alle quali dobbiamo prendere decisioni oggi”.


Il quadro presentato dal presidente della giunta regionale tende a prospettare una chiusura tra la fine di questo mese e il mese di novembre per poter prospettare un Natale sicuramente più sereno: “Se dobbiamo prendere la decisione di chiudere, e il tempo è arrivato, meglio farlo oggi. Se decidiamo oggi senza perdere tempo, probabilmente abbiamo la possibilità di arrivare al periodo di Natale in condizioni migliori e forse possiamo anche immaginare una riapertura parziale. Tutto sommato – ha spiegato De Luca – quello che abbiamo davanti non è un mese di grandissima vivacità anche sul piano commerciale. Se dobbiamo chiudere, meglio chiudere oggi, questa è la mia convinzione.

Mi sono chiari i motivi di sofferenza, di disagio, di pesantezza di vita che queste decisioni determinano per le singole persone, per le famiglie e per le attività economiche. Rivolgo a tutti la domanda di sempre: qual è l’alternativa? Non abbiamo alternative se vogliamo tutelare i nostri figli, i nostri anziani, le nostre famiglie“.

 

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