Un saluto carico di commozione ed amarezza quello che i colleghi di Mirco Ragazzon, il medico di base di Torre del Greco, ennesima vittima del Covid, hanno voluto indirizzargli sulle pagine dell’associazione Medicoop Vesevo di cui facevano parte.

Parole che salgono dal cuore e trasmettono con forza quel senso di impotenza e di sommessa rabbia di chi, con professionalità e coscienza non ha mai smesso di compiere il proprio dovere, pur conoscendo i rischi cui andava incontro.


Come in altre città napoletane, anche a Torre del Greco si registrano nuovi casi di positività (145 il numero complessivo dei contagi ancora attivi, con sei soggetti ospedalizzati) che mettono in allarme la cittadina alle falde del Vesuvio.

Medico di famiglia e diacono della parrocchia di Sant’Antonio a Brancaccio di Torre del Greco, Mirco Ragazzon, aveva 61 anni.

Giorni addietro il medico era stato ricoverato all’Ospedale del Mare dopo essere risultato positivo al tampone. Dopo la sua positività la sua parrocchia era stata chiusa in via precauzionale ed erano stati sanificati gli ambienti e riaperti martedì scorso. Dopo un apparente miglioramento, le sue condizioni di salute sono peggiorate nella mattinata di ieri ed il medico è deceduto lasciando una moglie e due giovani figlie di 19 e 24 anni che, a causa della quarantena imposta da protocollo, non hanno potuto neanche dargli l’ultimo saluto.


“Avremmo voluto fare più – scrivono i colleghi uniti nel  dolore di un’ennesima morte inaccettabile – avremmo voluto che tutti avessero fatto qualcosa di più, come una cosa semplicissima: rispettare delle banalissime regole che impongono l’uso di una mascherina indossata in modo corretto e mantenere delle giuste distanze, per impedire che il mostro chiamato Coronavirus possa colpirci e distruggerci. Purtroppo non è così, non è stato così!!!

Hai svolto il tuo lavoro di medico di famiglia con dedizione, sei morto sul campo, in trincea colpito da una pallottola vagante chiamata Covid-19, che ha colpito a morte te, ma ferito tutti noi che continuiamo a combattere sul fronte Coronavirus… nonostante i sorrisini sarcastici dei tanti negazionisti e complottisti o dei tanti opinionisti o pseudo-scienziati che pontificano da dietro le scrivanie e si lamentano dei medici di famiglia, ma che al “fronte” di un ambulatorio di un medico di Medicina Generale non ci sono mai stati”.


Si, perché al fronte ci sono sempre loro, quei medici di famiglia lasciati troppo spesso a loro stessi, con le sole loro forze e la caparbietà di chi non vuole proprio darla vinta ad un virus che come un serpente velenoso e subdolo continua a spargere altro dolore e altre morti.

“Perdonaci Mirco, nessuno Ti ha protetto – proseguono ancora i colleghi rivolgendo al caro amico anche un’accorata preghiera – ora se puoi, proteggi tutti noi che continuiamo a svolgere con passione e dedizione il nostro lavoro di medico di famiglia, poiché Tu lo sai… il peggio deve ancora venire, ma l’uomo della strada non lo sa, non lo vuole sapere, lui deve continuare a vivere come gli pare e piace, poiché lui è un uomo libero”.

La sofferenza per la perdita di una cara persona si mescola alla preoccupazione per la situazione che sta vivendo l’intera Regione e, sebbene si riconosca la gravità di un lockdown generalizzato, che metterebbe in ginocchio un’economia già instabile e sul “ciglio del baratro”, i medici in prima linea chiedono che ci siano dei “lockdown chirurgici, mirati a fermare gli assembramenti, a multare gli irrispettosi, ad impedire che per colpa di pochi ignoranti e menefreghisti, paghino tutti”.


“Auguriamoci che i nostri concittadini – si legge ancora – facciano una volta e per tutte un passo indietro, un piccolo passo che moltiplicato per milioni di passi, diventerebbe “un grande passo indietro”. Ne va del nostro futuro.”

Anche il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, si è unito al cordoglio della famiglia, di amici e colleghi esprimendo la vicinanza alla famiglia  “Viviamo, purtroppo, la tragedia di un momento difficile e la complessità di una fase molto delicata, nella quale è fondamentale la collaborazione di tutti. Ribadisco, in modo perentorio, il rispetto del distanziamento sociale e l’uso obbligatorio della mascherina”.

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