Gli operai della fabbrica napoletana, ormai chiusa da qualche giorno, partendo proprio dallo stabilimento di Via Argine, hanno dato via ad un corteo che si è infine diretto alla stazione centrale della città. E proprio fra i binari hanno esposto le ragioni che, in questi giorni, li hanno coinvolti in numerose proteste.


 

Napoli resiste ed ha voglia di dimostrare”, urla fra i cori un’operaia, “Abbiamo solo bisogno di qualcuno che creda in noi, come noi crediamo in noi stessi. Non abbasseremo la guardia!

Un’affermazione sicuramente sostenuta dagli ultimi eventi, che hanno visto i lavoratori della multinazionale prendere parte a numerose iniziative di lotta anche dopo la chiusura del sito di Napoli Est (annunciata un anno e mezzo fa e che si è poi concretizzata alla fine del mese scorso).


 

Durante una pandemia che sta mettendo in ginocchio un intero Paese, non è possibile inginocchiare ancora di più dei lavoratori che da sempre hanno dato il massimo” spiega così un altro (ex?) operaio della multinazionale americana. E continua: “Stiamo dando un’opportunità a questo governo; l’opportunità di continuare a sperare e a far sperare tutte le persone che, come noi, credono nella possibilità di avere un futuro e di poter salvare l’Italia”.


Un’opportunità che i sindacati intendono dare al governo ma senza più sperare, come afferma Antonio Accurso, Segretario Generale Uilm Campania che, anzi, chiede maggiore concretezza: “Ci aspettiamo che la politica non si limiti ad osservare lo scorrere del tempo, ma dimostri che in Italia il diritto e l’autorevolezza di un governo riescono a risolvere anche le questioni più complicate”. E conclude: “Napoli non molla. Il governo cosa intende fare?

Elvira La Rocca



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