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Sei arresti per estorsioni sui monti Lattari, i retroscena del blitz: il ruolo del boss Francesco Di Martino

estorsioni

Tutto è partito dall’omicidio di Filippo Sabatino, il 33enne di Pimonte ucciso a maggio del 2018 in via Gesinella. E’ da qui che sono iniziate le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno poi portato ieri agli arresti del clan Gentile per le estorsioni ad imprenditori e commercianti. E nelle 130 pagine di ordinanza dell’Antimafia spunta anche un nome eccellente: si tratta di Francesco Di Martino, ras dei monti Lattari, indagato a piede libero per favoreggiamento insieme ad altri due rampolli del clan e ad altre quattro persone. Secondo gli inquirenti Di Martino, che è stato già sottoposto a tre interrogatori da parte delle forze dell’ordine in merito a quell’episodio delittuoso, potrebbe sapere chi e perché abbia deciso di uccidere Sabatino, che era ritenuto un fedelissimo proprio di Di Martino.



Al momento, viste anche le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno portato poi alla scoperta del giro estorsivo nell’area stabiese, gli inquirenti sospettano che Sabatino possa essere stato ucciso per dissidi nell’ambito della gestione delle attività estorsive e di usura nell’area dei monti Lattari. Per gli inquirenti dunque l’omicidio di Sabatino potrebbe essere stato un messaggio agghiacciante, che gli autori (e i mandanti) hanno voluto far arrivare in maniera forte, chiara e inequivocabile: “Possiamo uccidere chi e quando vogliamo. Anche sotto casa vostra”.

Un messaggio indirizzato proprio al ras Di Martino, ritenuto uno dei capi della storica cosca Afeltra – Di Martino attiva nell’area dei monti Lattari. Secondo gli inquirenti, Filippo Sabatino era diventato un suo fedelissimo. Una sorta di factotum, di cui si fidava ciecamente, e che gli faceva molto spesso anche da autista. Non a caso, anche la notte in cui il 33enne è stato ucciso, i due erano insieme. Almeno fino a pochissimi minuti prima dell’agguato messo a segno in via Gesinella: a confermarlo sono delle riprese di una telecamere di videosorveglianza posta lungo la strada statale per Agerola, da dove si dipana la stradina che conduce nel cuore della frazione Franche.



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