De Luca contro tutti e contro tutto. Parla di “Orgoglio campano” da opporre a quanto sta accadendo: campagna di sciacallaggio mediatico, attacco alla Campania, nove volte su dieci, strumentale, errori e incapacità del Governo, zone differenziate, galle, arancioni e rosse, inconcepibili ed inutili. Per non parlare di quanti si divertono a parlare male della propria terra a partire da de Magistris e finire con Di Maio. De Luca sfida tutti, si dice sicuro dei dati, della politica e delle scelte che la Campania ha fatto fino ad oggi, dei dati campani che per qualcuno devono “per forza essere taroccati”. Non risparmia Roberto Saviano, il “milionario vestito da carrettiere perché fa tendenza” e invita tutti, ma in particolare il Ministro degli Esteri e lo scrittore, ad un confronto pubblico sui temi della sanità campana, in diretta e in televisione.

Poi, a fronte dei tanti errori che il Governo avrebbe fatto, invita il Pd a non proseguire con l’alleanza con i pentastellati e a mandare a casa l’esecutivo. E infine parla dei titoli dei giornali che parlano di “scenari di guerra negli ospedali della Campania” regione nella quale si morirebbe per strada. In Campania si registrano poco più di 6 decessi al giorno, in Lombardia oltre 28, sottolinea il presidente campano.


“Continuano gli atti di sciacallaggio nei confronti di Napoli e della Campania. Noi non dobbiamo farci distrarre e continuare il nostro lavoro”. Poi il governatore annuncia il dato della Campania che per il quinto giorno consecutivo è in calo: oggi la percentuale dei positivi si è fermata l 16%. “Sono 190 sono i ricoverati su 650 posti di terapia intensiva disponibili, con un’occupazione del 27%. La nostra regione rimane quella con il tasso più basso di mortalità da Covid, anche nel periodo che va da settembre a novembre”. Così nel corso della consueta diretta del venerdì il presidente De Luca.

“In questi ultimi due mesi – ha aggiunto – abbiamo avuto uno scontro di linea per contenere il contagio. La nostra posizione era chiara, avendo noi dichiarato da ottobre che sarebbe stato meglio chiudere tutto per un mese e arrivare a Natale in condizioni di maggiore stabilità. Il Governo ha fatto una scelta diversa, graduale e proporzionale, per noi sbagliata. Abbiamo perso due mesi preziosi, nel corso dei quali abbiamo avuto un aumento drammatico dei contagi e dei decessi”. Colorare l’Italia in zone è stata una “una scelta scriteriata” che ha portato a una “moltiplicazione di conflitti fra territori e categorie economiche. Una situazione caotica derivante dalla scelta fatta dal Governo che noi non abbiamo condiviso”.

Ma anche per quel che riguarda le scelte fatte per la scuola, De Luca attacca e critica Roma: “Il Governo ha deciso anche di tenere aperte le scuole, ora chiuse, cosa che noi in Campania abbiamo fatto un mese fa.

Oggi tutti sembrano diventati rigoristi, anche coloro che non hanno mosso un dito per frenare il contagio. Il Comune di Napoli non ha fatto nulla, anzi a maggio si è mosso contro le ordinanze regionali”. Le scelte del sindaco de Magistris furono poi a suo tempo bocciate dal Tar che diede ragione a De Luca. “Senza la decisione del tribunale amministrativo avremmo vissuto tutta l’estate con la vendita di alcolici e con una movida fino alle 3 di notte con una diffusione del contagio incontrollabile”, ha ancora sottolineato De Luca.


“Il 23 ottobre scorso a Napoli c’è stata la guerriglia, perchè noi avevamo preso delle misure, mantenendo la nostra linea del rigore, mentre altrove si perdeva tempo.

L’immagine dello scorso weekend sul Lungomare del Napoli hanno fatto il giro d’Italia. Quegli assembramenti vanno contrastati dalle forze dell’ordine e dalle polizie municipali. Sapete chi doveva decidere per la chiusura, ma era troppo impegnato a fare il giro delle televisioni. Altri sindaci hanno avuto il coraggio di prendere delle decisioni. Quell’immagine del Lungomare, che giustificherebbe una zona strarossa, ha determinato una svolta dell’opinione pubblica nazionale. C’è mezza Italia per la quale Napoli e la Campania devono diventare zona rossa a prescindere, nonostante la decisione sia stata presa dal Governo sulla base dei dati. Poi c’è stato l’episodio del Cardarelli, un episodio drammatico, dove c’è stato un signore di 30 anni che ha avuto lo stomaco di mettersi a girare un video con una persona morta per terra, mentre gli infermieri andavano a prendere una lettiga. Non ci sono parole per quello che si sta scatenando contro di noi. Napoli e la Campania devono essere per forza il peggio del peggio. Noi andremo avanti senza guardare in faccia a nessuno e se il Governo prende misure di rigore, il mio commento è ‘meglio tardi che mai’. In Campania abbiamo fatto un miracolo, con 20mila dipendenti sanitari in meno”.

Poi De Luca attacca frontalmente il Ministro degli Esteri, ultimo personaggio a parlare male della Campnia: “Di Maio che sta parlando, da campano si sarebbe dovuto muovere per far arrivare personale sanitario nella sua regione da esponente del Governo. E’ uno che voleva confermare il commissariamento della sanità in Campania, che in campagna elettorale, un mese fa, parlava male degli ospedali modulari realizzati a Napoli, Salerno e Caserta perché secondo lui si sprecava denaro pubblico, così avremmo fatto la fine peggio della Calabria”. Poi visibilmente indignato ha aggiunto nei riguardi di Di Maio: “Mi voglio fermare perché il solo nome di questo soggetto mi procura reazioni di istinto che vorrei controllare almeno per le prossime ore”. Poi ha aggiunto che, da esponente del Pd, se l’alternativa è collaborare con “questi elementi”, è meglio mandare a casa il Governo.


“Fatti salvi 3-4 ministri, questo non è un governo – ha proseguito –  anziché andare allo sbaraglio sarebbe meglio avere un Governo, un Governo di unità nazionale, un governo del Presidente che non produca il caos che è stato prodotto in Italia in questi mesi. Non è tollerabile, ho detto a qualche esponente del Pd, alcun rapporto di collaborazione con ministri come Spadafora che ha raccontato bestialità o con il signore di cui ho fatto il nome che ho sfidato ad un dibattitto pubblico già anni fa e rinnovo l’invito in diretta tv sperando che non faccia il coniglio come ha fatto nei 3-4 anni precedenti”.

Per quel che riguarda il Comune di Napoli, il presidente della Regione parla di «nullità assoluta», di un sindaco troppo impegnato a farsi pubblicità nelle tv per affrontare i problemi concreti della città.



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