L’impatto della pandemia da Covid-19 è sempre più devastante per il mercato degli appalti pubblici, che, dopo tre anni di incremento, ha subito un brusco stop. Tra gennaio ed agosto 2020, secondo un rapporto Anac, sul territorio nazionale si è registrato, rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019 un -17,5% di spesa appaltata e un -10,4 % di gare d’appalto. «In questo delicatissimo periodo storico, le imprese più che mai hanno bisogno di lavoro e liquidità. Queste due prerogative dovrebbero trovare riscontro in una serie di misure da attuare da parte del governo. Esemplificazioni previste dal decreto Rilancio, ma che, da sole, non possono bastare».
Così il vice presidente Confapi Aniem Napoli Antonio De Vivo.
«Non di minore importanza – aggiunge – è la necessità di creare lavoro per le imprese. A tal proposito, visto l’imminente arrivo del “Recovery fund”, l’Italia potrà contare su circa 209 miliardi di euro ripartiti tra sussidi e prestiti. Bisogna farsi trovare pronti a questa nuova sfida, evitando, come accaduto molto spesso negli ultimi anni, di rispedire i soldi al mittente per carenza di progetti e idee. Oggi più che mai – conclude – con la digitalizzazione delle procedure di gare e di quelle di progettazione, eseguibili anche in smart working, va investito molto su tali aspetti».