“Un detenuto di 66 anni è morto oggi a Poggioreale per Covid 19. È l’ennesima morte annunciata. La situazione all’interno dei penitenziari sta per esplodere. Da tempo come Comitato ‘Precari della Sanità Penitenziaria’ denunciamo i pericoli, i rischi e l’assurda condizione di chi è recluso ed affetto da Coronavirus e di chi assiste e opera nei carceri campani. Noi infermieri precari da 20 anni, senza un contratto e senza alcuna tutela non facciamo mancare il nostro impegno in condizioni da terzo mondo”.
Lo sostengono in una nota gli operatori precari della sanità penitenziaria che dal 2008, prima di tale data avevano lo stesso tipo di contratto con il Ministero di Grazia e Giustizia avendone avuto accesso attraverso un colloquio per titoli, con una graduatoria pubblica, lavorano alle dipendenze dell’Asl Napoli 1 con partita Iva e svolgono compiti delicatissimi e in condizioni problematiche. “Non abbiamo alcun tipo di tutela – sottolineano – la situazione è divenuta insostenibile con la pandemia al punto che molti operatori in caso di quarantena volontaria restano senza indennità perché nulla gli è riconosciuto”.
“Il Covid 19 picchia duro – sottolineano – ci troviamo senza mezzi e attrezzature. Viviamo con il terrore di contagiarci e restare senza neppure un ristoro temporaneo, infatti, siamo prestatori di servizi a partita Iva e quindi nulla ci spetta”. “Per l’ennesima volta ci appelliamo al presidente e commissario alla sanità Vincenzo De Luca e al direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva – concludono – affinché ci possa essere al più presto l’immissione in ruolo con una adeguata valorizzazione delle esperienze, delle competenze e delle professionalità acquisite in questi anni”.