Pubblichiamo di seguito una nota stampa diramata dal Partito Comunista di Cava de’ Tirreni:

Musei chiusi. Teatri chiusi. Cinema chiusi. Tutti luoghi nei quali, almeno a livello locale, il Governo avrebbe potuto immaginare in tanti mesi una diversa fruizione, anche “autoctona” ma più che simbolica per l’importanza che si deve dare ai luoghi di aggregazione culturale. Tutto ciò non è stato fatto. Però, con le norme anti-covid (che cinema, musei e teatri rispettavano scrupolosamente) si può entrare nei Giardini di San Giovanni soffermandosi sull’uscio per ammirare un’opera presepiale, indubitabilmente eccezionale, e per la quale facciamo grandi complimenti all’artista.


Ma come mai due pesi e due misure per riti o manifestazioni civili e per riti e tradizioni religiose? Gli artisti, anche quelli locali, aspettano da mesi di capire come mai non possono esibirsi a teatro con tutte le accortezze del caso, ma possono tranquillamente andare in chiesa.

Si dirà che i succitati cinema e teatri inducono alla mobilità. Ma bastava prevedere, come per i riti religiosi, che si chiedesse di stabilire parametri geografici entro i quali muoversi per raggiungere il teatro di quartiere o il cinema del proprio comune o della propria provincia (quando era possibile spostarvisi), e quindi permettere contemporaneamente di lasciar lavorare, seppure con limitazioni, decine di artisti ed esercenti dei cinema.

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