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Castellammare, la Dda riapre le indagini sul movente dell’omicidio di Gino Tommasino: elezioni 2005, politica, appalti

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A 13 anni dall’uccisione del consigliere comunale del Partito Democratico di Castellammare di Stabia Gino Tommasino arriva una nuova inchiesta che punta a fare finalmente chiarezza sul movente dell’omicidio. Un omicidio per il quale sono già stati arrestati e condannati gli esecutori materiali, tutti esponenti di spicco del clan di camorra dei D’Alessandro, Salvatore Belviso, Renato Cavaliere, Raffaele Polito e Catello Romano. Tra i quattro killer, Romano, è bene specificarlo, è l’unico a non essersi pentito.



Castellammare: i misteri dell’omicidio di Gino Tommasino

Per anni si è cercato il movente dell’uccisione eclatante del consigliere Gino Tommasino a Castellammare di Stabia tra affari, camorra, politica, appalti. Adesso, nuove rivelazioni da parte dei pentiti ed il riascolto di intercettazioni contenuti in una vecchia inchiesta denominata Tsunami, avrebbero fatto ripartire le indagini dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. A riportare la clamorosa notizia è stato il quotidiano Metropolis.

Le indagini dell’Antimafia

Nel registro degli indagati ci sarebbero già quattro persone, ovvero i boss del clan D’Alessandro egemone a Castellammare: Vincenzo D’Alessandro, Teresa Martone, Sergio Mosca e Carmine Barba. L’Antimafia starebbe passando al setaccio una serie di determine e delibere prodotte dal Comune di Castellammare tra il 2005 ed il 2009, l’anno dell’omicidio. A quei tempi il Municipio era guidato dal centrosinistra del sindaco Salvatore Vozza: Gino Tommasino era consigliere di maggioranza. Dopo l’omicidio è arrivato a Palazzo Farnese, sede del Comune di Castellammare, un pool della Prefettura.



La commissione d’accesso

La commissione d’accesso aveva già preso visione di numerosi atti formulando rilievi ma propendendo per il non scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. La Dda adesso si starebbe concentrando su atti relativi al Contratto d’Area, all’Avis, alla campagna elettorale del 2005 ed in particolare al progetto di un sottopassaggio di collegamento tra gli hotel della collina del Solaro e le Nuove Terme, allora aperte e funzionanti.



I pentiti del clan D’Alessandro

L’ultimo esponente dei D’Alessandro a collaborare con la giustizia è stato Pasquale Rapicano, ex killer del clan, che avrebbe cominciato a rendere dichiarazioni ai magistrati a partire da gennaio 2020. A parlare invece di Sergio Mosca e Vincenzo D’Alessandro sarebbe stato il pentito Renato Cavaliere, uno dei componenti del commando che ha ucciso Gino Tommasino nel 2009 mentre era in auto con il figlio al viale Europa.



Favori e progetti

Nello specifico, però, nessun pentito avrebbe ancora svelato il movente dell’omicidio. Dunque l’attenzione è calamitata su quella tornata elettorale del 2005. Un’elezione che potrebbe essere stata caratterizzata da voti e promesse per favori alla cosca. Favori e progetti mai concretizzati. Come quello del sottopassaggio verso le Nuove Terme.



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