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Amara sorpresa di Natale per gli operai della Meridbulloni. L’azienda stabiese chiude senza preavviso

Chiude la Meridbulloni di Castellammare di Stabia. Circa 80 operai, a pochi giorni dal Natale, stamattina hanno appreso di essere senza lavoro senza alcun preavviso: l’unica alternativa accettare di trasferirsi con l’azienda tra Torino e Milano.

Del tutto inatteso quanto accaduto nella mattinata di venerdì 18 dicembre ai dipendenti della imponente fabbrica di via Alcide De Gaspari.


Gli operai, stabiesi o comunque provenienti dalle zone limitrofe, questa mattina hanno trovato i cancelli dello stabilimento chiusi e gli agenti della vigilanza privata posti all’entrata per vietare loro l’accesso. Un’amara e tragica sorpresa, in quanto tutto sembrava regolare sino al turno di lavoro precedente. Il timore, l’incredulità, il senso d’ingiustizia è stato immediatamente esternato dagli operai che tra lamentele e grida di protesta hanno esternato tutta la loro rabbia in strada.

Tutto il corpo lavorativo dell’azienda stabiese si è trovato, dalla sera al mattino, senza un’occupazione e in cassa integrazione fino al mese di giugno. Secondo quanto confermato dai vertici aziendali, gli operai potranno tornare a prendere servizio soltanto se acconsentiranno a trasferirsi al Nord, in una nuova sede tra Torino e Milano. L’azienda, infatti, è di proprietà dei fratelli Fontana, famiglia di Bergamo che ha annunciato il desiderio di chiudere il punto lavorativo storico di Castellammare per inaugurarne uno nuovo in alta Italia.


Il primo cittadino Gaetano Cimmino, in segno di solidarietà, nelle ore successive ha cancellato una manifestazione culturale in programma e si è recato sul posto per incontrare gli operai.

“Meridbulloni non si tocca – ha tuonato – nessuna riconversione dell’area, nessuna speculazione edilizia, no a scelte scellerate da parte dell’azienda, siamo in prima linea al fianco degli operai. Solo possibilità di ampliare e implementare una realtà produttiva all’avanguardia con maestranze altamente qualificate. Lo stabilimento è un fiore all’occhiello della nostra città proprio grazie alle maestranze, che rappresentano la storia di Castellammare, che ogni giorno si impegnano nello stabilimento di corso De Gasperi”.


I vertici di Palazzo Farnese sono sul piede di guerra, pronti ad avviare delle trattative per non chiudere e trasferire per sempre la storica azienda: “Andremo a profondere tutto il nostro impegno – ha continuato il sindaco – per dialogare con l’azienda, con gli organismi sovracomunali, con le organizzazioni sindacali e con le maestranze tutte. Abbiamo già investito la Prefettura per chiedere un tavolo di confronto con azienda e lavoratori che verrà convocato a stretto giro. Ho incontrato le maestranze al sit-in e siamo addivenuti ad una unità di intenti. Non è concepibile che un’azienda così florida ed importante da un giorno all’altro respinga gli operai ai cancelli”.

Anche gli esponenti della sinistra stabiese si sono fatti sentire. Così Tonino Scala, capogruppo di LeU, in merito alla vicenda: “Surreale, assurdo, ma è successo proprio questo. Non è normale che accada ciò e con questi metodi. Altro che Gomorra… questo è un atto camorristico. I metodi usati sono gli stessi. La città, tutta, non può e non deve restare in silenzio. Ognuno faccia la propria parte.


Il nodo è sempre il medesimo da dieci anni ormai. Se non si mette un punto fermo su via Alcide De Gasperi e si precisa con una scelta chiara e oserei dire nemmeno molto coraggiosa, che lì non si possono e non si devono costruire case, ci saranno sempre azioni come quella di stamane sull’ultimo presidio industriale dell’area nord della città. Si attivi subito un tavolo in prefettura e si dica con chiarezza che su quell’area non si speculerà mai. Quando dico che si decide di non decidere intendo questo. Serve chiarezza ora e subito. Gli strumenti urbanistici comunali dal Dos al Puc non mettono una pietra tombale sull’idea che reputo insulsa per quell’area”.

Il sindacato non ci sta: “Si tratta di una scelta scellerata – ha commentato indignato Mimmo Vacchiano, segretario provinciale Uilm Napoli – che non ha alcuna giustificazione. La produzione è stata mandata avanti in questi anni con tutte le difficoltà che i lavoratori hanno dovuto affrontare per impianti vetusti e che ricordano le guerre puniche”.



Il dissenso è stato esternato anche dalla Regione Campania. Con queste parole si è espresso il governatore Vincenzo De Luca: “La chiusura della Meridbulloni di Castellammare e la messa in cassa integrazione degli operai senza preavviso è un fatto grave e che impone la convocazione immediata dell’azienda per impedire un ulteriore colpo al mondo del lavoro della Campania”. E poi ha concluso rivolgendo il suo appello alle istituzioni governative nazionali: “La Regione Campania sarà al fianco dei lavoratori, sollecita l’intervento del Governo e del ministro Patuanelli, e si attiverà da subito per affrontare la vertenza per la tutela dei posti di lavoro”.

Dopo la chiusura delle Terme, quella dell’Avis, e di tante altre aziende, la chiusura della Meridbulloni, sarebbe la morte dell’economia e di tante famiglie stabiesi.

Emanuela Francini



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