L’organizzazione dedicata al mondo della scuola “Your Edu Action” ha appena annunciato sul web e sui social network i nomi dei personaggi della scuola italiana a cui intende rendere omaggio in questo particolarissimo 2020. Ha pertanto selezionato e consegnato il prestigioso Premio annuale #YEA al dirigente scolastico, all’insegnante e allo studente che più si sono caratterizzati nel loro ruolo.

Un riconoscimento che non è una competizione, non si vuole premiare “il più bravo”. Lo #YEA non è l’oscar della scuola che, in base a determinate condizioni di valutazione, va a individuare l’eccellenza dei personaggi che ne fanno parte. E non è nemmeno una gara a preferenze, dove vince chi ottiene maggiori votazioni. Si desidera semplicemente menzionare e mettere in luce lo studente, l’insegnante, e il preside che hanno svolto il proprio ruolo con grande animosità, mettendoci una forte componente passionale e personale. Un premio che non assegna coppe o assegni ma vale un GRAZIE in caratteri cubitali.


Per il 2020 la scelta è stata pertanto riservata a:

Giacomo Bertò è uno studente di 16 anni del Liceo Classico Arcivescovile di Trento. Come tutti i giovani, si è ritrovato improvvisamente mancante di un importante punto di riferimento: la Scuola. Non solo il virus, ma la didattica a distanza, la perdita del contatto e del dialogo con i coetanei, la privazione delle esperienze che solo in classe, tra i corridoi e con le gite, si possono fare, hanno convinto lo studente a scrivere una “lettera d’amore” alla Scuola.


Daniele Manni insegna informatica e auto-imprenditorialità presso l’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce. Nel corso della sua carriera ha contribuito alla realizzazione di progetti imprenditoriali di giovani studenti, che hanno seguito e applicato i suoi insegnamenti e hanno raggiunto prestigiosi traguardi, sia come premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali che in termini economici e di lavoro. È il primo docente italiano ad aver vinto il “Global Teacher Award 2020”.


Eugenia Carfora è stata sempre impegnata nel volontariato e nell’aiutare i migranti, fino a quando nel 2007 ha scelto di diventare dirigente scolastico dell’Istituto Superiore “Morano” di Caivano (Na), considerato per tanti anni il peggiore d’Italia. Questo perché situato nel complesso Parco Verde, tra le più note piazze di spaccio d’Europa. Consapevole delle problematiche della scuola, si è impegnata a limitare la dispersione scolastica e a far conoscere ai suoi studenti, per la maggior parte provenienti da situazioni familiari difficili, una nuova strada per il loro futuro.



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