Dieci episodi estorsivi, cominciati nel 2018 e conclusi lo scorso giugno, in piena emergenza Covid. Nelle 92 pagine di ordinanza, i magistrati hanno fatto emergere i ruoli determinanti di Angelo Marchitano e Giuseppe Di Martino (detto Pippetto), quest’ultimo già finito in carcere in passato. Dopo l’arresto del 41enne vicano, a continuare la sua attività illecita (secondo gli inquirenti) sarebbe stata la compagna Alessia Savarese. All’interno della borsa della donna i carabinieri hanno rinvenuto un foglio manoscritto, recante l’annotazione di cifre e date riferite ai prestiti effettuati. Le annotazioni in parola risultano riferite al periodo compreso tra il mese di marzo 2019 e il gennaio 2020, ovvero quando Di Martino era detenuto presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale.



Circostanza, questa, che conferma come la Savarese si sia fatta carico della gestione dell’attività usuraia durante il periodo di detenzione del compagno. In particolare, nel libro mastro sequestrato compare il nome di un fabbro di Vico Equense che, escusso nuovamente, ha confermato di aver ricevuto un prestito con il tasso di interesse del 10% mensile e di aver effettuato il pagamento delle rate mensili alla Savarese durante il periodo di detenzione di Di Martino.

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L’attività d’indagine si è sviluppata anche attraverso delle operazioni di intercettazione telefonica e ambientale, che hanno interessato non solo gli indagati, ma anche le vittime dei rapporti usurari. Nell’ordinanza della Procura emerge inoltre che Angelo Marchitano (altro elemento di spicco della gang, secondo gli inquirenti) consegnava in più tranche a Michele Ferraro (a sua volta arrestato) la somma di 12mila euro, che quest’ultimo avrebbe poi dovuto consegnare in più tranche ad un piccolo imprenditore, pattuendo il pagamento di un interesse mensile pari al 10% e versandolo proprio a Marchitano.



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