Imponevano tassi usurari elevati a imprenditori e commercianti dell’area sorrentina in crisi, a causa dell’emergenza Covid, e che si rivolgevano a loro per un prestito. L’interesse applicato, a prescindere dall’ammontare della somma richiesta dalle vittime, era nell’ordine del 10% mensile. Alla fine sono 5 le persone finite in manette con l’accusa di usura, mentre per un’altra è scattato l’obbligo di presentazione ai carabinieri. In manette sono finiti Angelo Marchitano (49 anni, di Castellammare) e altre 4 persone residenti a Vico Equense: si tratta di Giuseppe Di Martino (41 anni), Alessia Savarese (30), Michele Ferraro (38) e Marianna Annunziata (37 anni). Dovrà invece presentarsi ogni giorno ai carabinieri di Vico Equense, tra le 17 e le 18, il 36enne vicano Mario Ferraro.



La gang è stata sgominata ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Sorrento, in esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura. I sei sono tutti gravemente indiziati di aver commesso una pluralità di delitti di usura in concorso tra loro. Tutti erano orientati dall’obiettivo di voler trarre profitto dalla crisi economica di imprenditori e commercianti. Vittime prima della crisi innescata dal Covid e, poi, di una banda di usurai a cui si erano rivolti per non fallire. Nel corso dell’operazione, i carabinieri hanno sequestrato anche 450mila euro su conti intestati agli indagati. In tutto, sono stati accertati 10 episodi di usura in danno di 6 cittadini della penisola sorrentina, quasi tutti titolari di piccole imprese locali.



Nel corso delle indagini, attraverso informazioni testimoniali, intercettazioni telefoniche e ambientali e il rinvenimento di veri e propri libri mastri, nei quali erano riportati gli importi dei prestiti usurari e i nomi delle vittime, è stato possibile identificare queste ultime ed accertare l’entità delle somme prestate ad ognuna di esse, che vanno da un minimo di 1.000 ad un massimo di 20.000 euro circa. Di ausilio per le indagini è stato l’atteggiamento collaborativo di alcune vittime, che ha consentito agli inquirenti di ricostruire i meccanismi dei prestiti usurari. Dalle indagini è emersa la situazione di grave difficoltà economica in cui versavano le vittime, le cui attività commerciali erano state duramente colpite dagli effetti causati dall ‘emergenza epidemiologica da Covid-19, che le hanno indotte a rivolgersi ai 6 componenti della gang per ottenere prestiti a tassi usurari.



Contestualmente alle misure cautelari personali, su richiesta della Procura oplontina, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili ad alcuni degli indagati, in esecuzione del quale sono stati sottoposti a sequestro: un appartamento, un garage, una autovettura, due motocicli. Sequestrati anche conti corrente bancari, tre conti bancari, cinque libretti di risparmio bancari, quattro depositi di risparmio postali, due fondi banco posta, quattro carte di credito prepagate, per un valore complessivo di circa 450mila euro.



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