E’ stato convalidato questa mattina dal Tribunale per i minorenni di Napoli, l’arresto del diciassettenne che qualche giorno fa aveva sferrato una coltellata al collo dell’ex fidanzatina. Secondo i giudici il giovane ha colpito la ragazza con il chiaro intento di ucciderla ed è stato pertanto ritenuto colpevole di tentato omicidio.
L’episodio è accaduto nella tarda mattinata di martedì 12 gennaio in Piazza Plebiscito, dove il ragazzo che non aveva accettato la rottura della loro relazione, aveva attirato la giovanissima con la scusa di voler ottenere spiegazioni ulteriori sulla fine della storia.
L’incontro si è presto trasformato in lite tanto che la giovane ha tentato di raggiungere la propria abitazione nei Quartieri Spagnoli, ma prima è stata raggiunta dal giovane che con il pretesto di abbracciarla l’ha colpita con un coltello. Ferita la ragazza è riuscita, comunque, a divincolarsi e ad attirare di una volante che si trovava nei paraggi.
Per il ragazzo fermato subito dopo, è arrivata oggi la conferma del fermo cautelare nel carcere di Nisida.
La vicenda riporta l’attenzione sulla violenza contro le donne che come dichiarato dal generale Canio Giuseppe La Gala, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli “è un’emergenza attuale e s’impernia sul legame ‘malato’ tra il violento e la vittima, specie quando quest’ultima non trova la forza di reagire ed uscire da un’impasse.
Ciò che i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno promuovendo è l’instaurazione di un rapporto di fiducia con le vittime, per facilitare il dialogo e incoraggiare la denuncia. È per questo che stiamo diffondendo una campagna di sensibilizzazione da parte dalle Stazioni e Tenenze Carabinieri, capillarmente distribuite sul territorio, che costituiscono parte integrante del tessuto sociale. In ognuno dei Comandi è stato affisso un poster con il quale si invita alla denuncia, ricordando il valore della vicinanza dell’Arma che è sempre dalla parte del cittadino”.
Poi il Comandante La Gala ha aggiunto: “Nel caso di specie, si parla di amori adolescenziali, quelli che appaiono come destinati all’eternità, ad essere gli ‘amori della vita’. Qui è di fondamentale importanza il ruolo dei genitori. L’appello che mi sento di rivolgere, dunque, non arriva solo dalla voce di un Generale dei Carabinieri, ma da quella di un papà. E mi rivolgo alle famiglie, sensibilizzando tutti a raccogliere quei piccoli cenni di malumore, quei segnali di insofferenza dei propri cari. Anche se spesso insignificanti possono essere sintomo di un malessere che va affrontato immediatamente, prima che sia troppo tardi, prima cioè che si trasformi in tragedia. La nostra uniforme, indossata anche da padri e madri, vuole rappresentare una figura rassicurante, presente. Per questo Vi invito a denunciare, a non trattenere il dolore e le ansie. Siamo dalla vostra parte, sempre”.