Piero Sabbarese è tra i Consiglieri di minoranza più attivi nella sua Città e, più in generale, all’ombra del Vesuvio. Durante l’ultima assise ha abbandonato l’aula a seduta in corso in aperto dissenso con la maggioranza guidata saldamente da Ciro Buonajuto. Un tempo, quando militava nel Partito Democratico, tra lui e il primo cittadino renziano scorreva buon sangue. Poi le cose sono cambiate quando, durante la passata consiliatura, ha deciso di far venire meno il suo appoggio in maggioranza. Scelta che è coincisa con la sua adesione nel 2019 ad Azione, il partito fondato da Carlo Calenda. Partito che, a livello regionale, proprio di recente, gli ha affidato la delega come responsabile per gli Enti locali. Sabbarese, che ringraziamo per la disponibilità mostrata, ha accettato di essere da noi intervistato.

Amministrative 2020. Nei mesi scorsi Buonajuto è stato rieletto con un risultato elettorale schiacciante incassando l’81% dei consensi, come interpreta questo dato?

È un dato preoccupante. Purtroppo in questi anni ho potuto constatare come la classe dirigente di questa città faccia consenso sui disservizi. Quando funziona poco o quasi niente, i cittadini sono costretti a rivolgersi ai politici anche solo per avere un certificato di residenza. Questo ci dovrebbe far riflettere sullo stato di salute della Politica sui territori e ci dovrebbe far capire le motivazioni del legittimo disimpegno dei più giovani. I politici, prima di pensare al consenso, dovrebbero impiegare tutte le loro forze per far funzionare le istituzioni ed emancipare i cittadini dalla rincorsa ai piccoli piaceri per ottenere i più elementari servizi.


In questo risultato quanto c’è stato di merito del primo cittadino e quanto di demerito da parte dei suoi avversari, in particolare della coalizione di Colomba Formisano che lei ha sostenuto?

Buonajuto ha saputo cavalcare le debolezze di una città ferita che non riesce ad avere risposte dalla politica. La sua coalizione ha saputo insinuarsi come sistema di potere con un forte rapporto diretto con l’elettore, ma i 5 anni precedenti non hanno portato nessuna risposta sistemica ai problemi della città. Basta fare un giro per Ercolano per capire che i problemi che c’erano prima ci sono ancora oggi. Dall’altra parte c’eravamo noi, con il nostro impegno che alla fine è risultato solo un timido tentativo di fronte all’organizzazione di tutti i politici navigati che avevamo contro. Le condizioni straordinarie della campagna elettorale in pieno agosto e in piena pandemia hanno sicuramente favorito ci già gestiva il potere. Le persone non si sono riconosciute nel nostro progetto forse anche a causa di presentare a pochi mesi dalle elezioni un gruppo di liste civiche tutte nuove sul panorama cittadino. Mi ha colpito molto vedere che di fronte ad una proposta politica debole, la gente piuttosto preferisce votare la cattiva politica.              

A Maggio del 2020 lei siglò una mozione di sfiducia per mandare a casa Buonajuto assieme ad altri 12 Consiglieri comunali, oggi cosa è cambiato da allora?

Ad oggi è cambiato solamente che i consiglieri del Partito Democratico che firmarono quella sfiducia insieme a me, oggi ricoprono ruoli apicali in questa amministrazione. Mentre io ho provato a dimostrare che la coerenza in politica può essere un valore, altri attraverso il solito trasformismo sceglievano la strada più semplice barattando la loro fiducia con posizioni di potere. In questo ragionamento, ovviamente, l’unica a pagarne le spese è la città.


Veniamo ad oggi, Consigliere come giudica l’operato dei primi mesi del Buonajuto-bis? Ritiene che ci siano stati segnali di discontinuità rispetto alla precedente sindacatura?

Onestamente mi sarei aspettato dei segnali diversi da parte del Sindaco e l’amministrazione, segnali che non sono arrivati. Anzi, direi che continuiamo a commettere gli stessi errori. Per me è un gran dispiacere quando, durante un’assise, devo lasciare i banchi del Consiglio Comunale per protesta, ma non posso chiudere gli occhi quando vengono pubblicati gli atti che continuano a dimostrare la miopia politica della gestione di certi incarichi. Specialmente se penso che quei soldi destinati ai soliti noti potrebbero invece essere utilizzati per fare cose davvero belle. Nonostante tutto continuo a praticare la pazienza e cerco di vedere le cose sempre nella prospettiva migliore, aspettando segnali diversi nel prossimo futuro.

Azione, il partito a cui lei ha aderito a partire dal Dicembre 2019, come si colloca politicamente in Consiglio comunale?

Noi siamo in minoranza e ci collochiamo responsabilmente in modo alternativo a questa maggioranza. Abbiamo una visione politica diversa, nei metodi e nel merito. Attenzione, non dico che non ci sono interlocuzioni, anche perché non è nostra abitudine fare di tutta un’erba un fascio. Ma quello che facciamo è porre delle domande e proporre delle soluzioni: centro storico, rigenerazione urbana, avvio parziale delle bonifiche, un vero e proprio piano industriale che tratti Ercolano come una vera e propria azienda turistica. Questi sono solo alcuni dei temi su cui potremmo lavorare al di là delle posizioni politiche. 


Legalità, un argomento che le sta particolarmente a cuore. Le “mega risse” che si sono verificate nel periodo della vigilia natalizia hanno fatto assurgere il Comune agli onori delle cronache nazionali. Non reputa che certi episodi siano dei campanelli d’allarme?

Cosa succederebbe se sostituissimo la parola legalità con responsabilità? Io penso che quando governi responsabilmente una città come la nostra, la legalità viene di conseguenza. I ragazzi che si picchiano sono l’effetto di un abbandono, non certo le cause del male come qualcuno vuole farci credere. Investire in progetti sociali, far nascere strutture a misura per i ragazzi, mettere al centro i luoghi di formazione come la scuola, così i giovani torneranno ad essere protagonisti e quindi responsabili allo stesso modo di chi governa. Certo, noi abbiamo il dovere di lanciare messaggi inequivocabili e avere la forza di ammettere gli errori e tornare indietro quando sull’attività amministrativa ci sono ombre grigie. Ma per fare questo ci vuole coraggio, molto coraggio. Ogni tanto saper dire “abbiamo sbagliato” è un segnale di responsabilità e legalità. Due anni fa ho presentato in Consiglio Comunale la mozione per costituire l’Osservatorio per la Legalità e sembra che siamo in dirittura d’arrivo per la nascita di questo progetto.

Se lei oggi indossasse la fascia tricolore, quali iniziative metterebbe in campo nell’immediato per rilanciare la Città in un periodo così delicato, come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia?

Darei ad Ercolano un sogno, un orizzonte a lungo termine. Una comunità migliora se ha un sogno comune e un orizzonte condiviso. Una comunità migliora se le persone si sentono uguali alle altre. Farei quello che la politica non ha mai fatto perché non porta consenso: le infrastrutture. Ercolano deve diventare attrattiva per le città limitrofe, non dobbiamo sempre essere il fanalino di coda. Bisogna ripristinare i luoghi abbandonati e trasformarli in centri della cultura, spazi di coworking e centri per i giovani. Bisogna inoltre valorizzare la nostra vocazione agricola con il progetto “Banca della Terra” che prevede la messa in comune delle terre abbandonate per l’affido a chi abbia voglia di curarle e metterle a frutto.


Ercolano da sempre rappresenta un laboratorio politico privilegiato, ritiene che le vicende legate allo scenario politico nazionale possano influire sugli attuali equilibri in Consiglio comunale?

Ogni territorio ha le sue caratteristiche e le sue dinamiche. Chi fa politica per il bene comune dovrebbe avere a cuore la comunità che rappresenta. Non succede quasi mai, un esempio è la retromarcia del PD ercolanese quando provammo a sfiduciare Buonajuto. Ancora oggi non abbiamo saputo cosa li fece tornare sui propri passi, a fronte di un giudizio severo che misero anche per iscritto. Temo che per molti protagonisti delle vicende ercolanesi valga più una chiamata da Roma che il grido d’aiuto di un cittadino. Azione in questo è stata molto chiara. Abbiamo un gruppo di giovani che lavora sui dossier e che nei prossimi mesi presenterà una proposta organica per la città. I temi sono quelli che citavo, ma la novità è nel metodo. In questi ragazzi vedo un orizzonte per la città, e non parlo di una cartolina, ma di una realtà solida che nei prossimi anni si candiderà a guidare la città.



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