Diverse le varianti scoperte in questi ultimi mesi, ma che probabilmente erano già in circolazione da tempo. Tra tutte, quella che preoccupa maggiormente è la variante inglese per la sua rapidità di trasmissione e presenza già in molte aree.
Dai dati raccolti si era formulata l’ipotesi di un’inefficacia contro il contagio delle mascherine di stoffa, cui si aggiungono ora anche quelle chirurgiche che sembrerebbero inutili perlomeno in determinate situazioni.
Il dato positivo dovrebbe essere la carica virale che sembrerebbe esser inferiore a quella iniziale del coronavirus, tuttavia la sua alta capacità trasmissiva la rende più pericolosa e determinante anche nel calcolo dei decessi.
Non solo. La variante sembrerebbe in grado di superare alcune delle misure preventive come la mascherina di stoffa e finanche quella chirurgica, utilizzabili all’aperto e comunque in luoghi non affollati, ma sconsigliata in locali chiusi e con alta concentrazione di persone che non permettono il corretto distanziamento. Per queste ultime situazioni le mascherine più sicure sarebbero la Ffp2 e Ffp3.