Finalmente è arrivata venerdì scorso l’approvazione del vaccino AstraZeneca da parte dell’Ema, l’agenzia dell’Unione Europea che si occupa dei farmaci. Lungamente atteso, il vaccino dell’azienda farmaceutica britannico-svedese si spera possa condurre a una svolta nella lotta al coronavirus.

Una boccata d’aria, dopo i rallentamenti nelle consegne e la riduzione del quantitativo di dosi annunciato dalla Pfizer BionTech che hanno sconvolto il calendario vaccinale già predisposto a livello nazionale e regionale.


AstraZeneca potrà essere utilizzato nei pazienti con età superiore ai 18 anni, anche se non sono stati resi ancora dati certi sull’efficacia negli over 55.

“Tuttavia, ci si aspetta un livello di protezione, considerato che una risposta immunitaria è stata rilevata anche in questa fascia di età e anche sulla base delle esperienze con altri vaccini; considerato che ci sono dati affidabili sulla sicurezza in questa fascia di età, gli esperti scientifici dell’EMA hanno concluso che il vaccino possa essere utilizzato negli anziani”.

Più economico e di più pratica conservazione rispetto ai due vaccini che lo hanno preceduto ed esattamente Pfizer e Moderna, il vaccino AstraZeneca non aveva ancora ricevuto l’autorizzazione sia a causa di problemi durante la fase di sperimentazione, sia per il taglio delle dosi destinate ai paesi europei oscillante tra il 60 e il 75 per cento.



L’Ema aveva chiesto più volte rassicurazioni all’azienda e provveduto a monitorare progressivamente l’andamento e l’evoluzione della sperimentazione sulla quale però continuava ad avere dubbi.

Nella terza ed ultima fase di sperimentazione del vaccino era stata rilevata un’efficacia molto inferiore rispetto a quella garantita dal vaccino Pfizer e dal siero Moderna. Inoltre, da controlli effettuati, era emerso che ad alcuni pazienti era stato somministrata una dose errata del siero che, tuttavia, aveva sortito effetti migliori rispetto al dosaggio previsto da protocollo.

Il 12 gennaio la casa farmaceutica aveva comunque fatto richiesta per ottenere l’approvazione dell’EMA, ma già qualche settimana dopo ed esattamente il 24, aveva annunciato l’impossibilità di garantire le dosi pattuite con i paesi membri nei tempi prestabiliti.



Una comunicazione accolta con grande preoccupazione e che aveva fatto scaturire reazioni forti da parte della Comunità Europea anche perché su questo vaccino prodotto interamente in Europa si erano concentrate le speranze e le attese.

Una presa di posizione forte quella della Commissione Europea che aveva preteso chiarimenti sulla produzione, sulle modalità di distribuzione e sulle cause che avevano condotto ad una riduzione così considerevole delle dosi rispetto a quanto preventivamente concordato.

Gravi le accuse mosse dall’autorità europea all’azienda, secondo la quale AstraZeneca potrebbe aver “dirottato” le dosi destinate ai paesi membri verso paesi che avrebbero accettato di pagare una cifra più alta. Anche se non espressamente formalizzato, il riferimento era all’indirizzo del Regno Unito che aveva già autorizzato il vaccino a causa della “situazione di emergenza” lo scorso 30 dicembre.

Dal canto suo la Società, nella persona di Pascal Soriot, amministratore delegato ha precisato che la differenza sta nella catena di produzione; essendo partita prima la produzione negli impianti britannici, questi risultano oggi più efficienti. Soriot ha anche aggiunto che nel contratto non vi è alcuna clausola che garantisca la consegna di un determinato quantitativo, quanto piuttosto è indicato chiaramente che l’azienda farà del suo meglio: “ best effort”


Diversa la posizione della Commissione Europea che non solo ha smentito quanto affermato da Soriot, ma ha anche intimato alla casa farmaceutica di fornire spiegazioni più esaurienti e rendere pubblico il contratto.

Molte le voci oscurate come quella relativa al prezzo, al calendario e ai quantitativi, ma è chiara la clausola che indica i siti di produzione, gli impianti dell’unione e anche quelli del Regno Unito e che smentiscono le affermazioni di Soriot secondo la quale il vaccino prodotto in Gran Bretagna sia riservato principalmente agli inglesi.

Insomma una posizione poco chiara quella di AstraZeneca, all’indomani del contratto firmato con la Commissione Europea che prevede una fornitura di 300milioni di dosi (più un’opzione per altri 100milioni).

Il contratto è chiarissimo e gli ordini vincolanti secondo la Presidente della Commissione Europea Ursula vor del Leyen che avverte su twitter “adesso mi aspetto che l’azienda ci consegni 400  milioni di dosi”.

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