I vaccini tanto attesi sembrano sempre più un miraggio. Rallentamenti nelle consegne, diminuzioni delle dosi destinate al nostro Paese, da parte di Pfizer/BionTech, AstraZeneca e persino di Moderna, come comunicato dal super commissario Covid Arcuri, mettono in allarme e pongono seri dubbi sulla possibilità di un ritorno alla normalità in breve tempo.

D’altro canto la scoperta delle varianti che sembrano moltiplicarsi innescando incertezze e perplessità sulla efficacia dei sieri già sviluppati ed autorizzati, non aiuta a dipanare quei sentimenti di impotenza e paura che hanno preso il sopravvento.

E così le misure adottate per la prevenzione del contagio non solo sembrano le uniche armi alla portata di tutti, ma anche quelle destinate ad accompagnarci per molto, molto tempo ancora.


Una svolta importante potrebbe arrivare dalle nuove mascherine a 5 strati, denominate “killer” che sarebbero di gran lunga più efficaci delle U-Mask andate a ruba, ma non efficaci secondo i parametri di legge o le mascherine con marchio FCA distribuite nelle scuole e secondo i test poco sicure.

La nuova mascherina messa a punto dallo scienziato della Nottingham TrentUniversity ed esperto in nanotecnologie Gareth Cave, sarebbe non solo in grado di proteggere dal virus in entrata come le FFP2, FFP3 e KN95, ma parrebbe, grazie ad un processo brevettato all’interno dell’Università, addirittura in grado di ucciderlo.

I prototipi su cui si è concentrata l’attenzione sono due, uno più protettivo e uno più confortevole: il primo con 5 strati di cui uno strato idrorepellente, 1 nanotecnologico, uno filtrante e uno idrofilo ipoallergenico; il secondo avendo uno strato in meno risulterebbe più traspirante e confortevole.


Sin dall’inizio della pandemia, grazie alle sovvenzioni del governo britannico e ad investimenti successivi, Cave ha potuto studiare e sperimentare l’uso delle nanotecnologie nella prevenzione del contagio da coronavirus. Più esattamente, la mascherina è dotata al suo interno di uno strato antivirale aggiuntivo che incorpora nano-rame, materiale quest’ultimo che per sua stessa natura blocca e fa morire qualsiasi virus. Il rame infatti se a contatto con un virus genera ioni che interagendo con il materiale genetico stesso dei virus, ne blocca la riproduzione determinandone la morte.

I test effettuati sul prodotto presso i laboratori indipendenti del Virology Research Services di Londra hanno dimostrato un’efficacia del 90% nel distruggere il virus del Sars-CoV-2 e dell’influenza in 7 ore.  Grazie all’ottimo risultato riscontrato, la mascherina killer ha già ottenuto la certificazione ISO 18184 ed è commercializzata all’interno della BioCity di Nottingham. Ora si attende la certificazione del marchio CE che permetterà la sua distribuzione sui mercati europei.


“E’ entusiasmante – ha dichiarato Cave –  vedere la nostra tecnologia andare avanti e avere un impatto reale nella lotta contro la diffusione del Covid-19. La mascherina che abbiamo sviluppato ha dimostrato di inattivare i virus al contatto. Lo strato antivirale uccide il virus che è stato bloccato dagli strati del filtro. La sfida con le maschere chirurgiche convenzionali è che quelle non hanno un meccanismo attivo per ucciderlo una volta che viene intrappolato. Uccidendo il virus al contatto, significa anche che la mascherina facciale usata può essere smaltita in sicurezza e non essere una potenziale fonte di trasferimento passivo”.

Una volta avviata la produzione su larga scala, le mascherine potrebbero essere disponibili da dicembre 2021 per il personale sanitario, dei trasporti e della ristorazione ed il suo costo dovrebbe aggirarsi intorno a 1 euro e 25 centesimi.



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