I famosi “banchi a rotelle” erano già entrati nell’immaginario collettivo come strumenti di innovazione didattica futurista, come mezzo per una nuova evoluzione dello scolaro modello, invece molto probabilmente non entreranno a far parte dell’arredo scolastico di parecchie scuole italiane.

Bisogna ricordare, come già fatto in un altro nostro articolo, che questi banchi nulla hanno a che fare con le linee guida scritte da Protezione Civile e Croce Rossa italiana in caso di terremoto, nonché con le prove di evacuazione che tutti gli istituti fanno svolgere ai bambini durante l’anno scolastico.


 

Nel frattempo sarebbe dovere di ognuno domandarsi: “Nel caso ci fosse un terremoto o la caduta di calcinacci o di parti del soffitto di una scuola, dove i bambini dovrebbero proteggersi?”

Ebbene gli scolari in primis si riparano proprio sotto il banco dove appoggiano i loro libri e quaderni.

D’altronde è proprio l’ex Capo della Protezione Civile italiana Guido Bertolaso a rafforzare questa posizione, infatti dice, durante un convegno: “Questa storia dei banchi a rotelle, in un paese che ha il 65% del proprio territorio ad alto rischio sismico, è una enorme sciocchezza”.

Bertolaso, durante un evento di pochi mesi fa a Catania, illustra per quale motivo i banchi a rotelle promossi dal governo sono addirittura contro la sicurezza dei bambini e degli adolescenti. Racconta infatti che molti bambini, in un comune vicino Catania, tempo addietro si salvarono proprio perché le “maestre dissero ai bambini” di andare tutti sotto al banco.




 

Va accennato inoltre il fatto che comunque i prezzi di acquisto dei nuovi banchi non erano in linea con il mercato, infatti il vicepresidente dei senatori di Forza Italia Lucio Malan parlava di un “prezzo accettato dal governo italiano” che andava “da 3 a 7 volte quello che si trova per quantitativi enormemente inferiori”.

Malan spiegava pochi mesi fa che il costo dei banchi non superava i 92,55€, “comprandone uno solo”. Approfondiva poi il discorso nel dettaglio affermando di aver trovato anche altri prezzi, come ad esempio “58,89€ cadauno per un acquisto di 2 pezzi”, oppure “41,00 euro per 1.000 pezzi”. Poi ricordava di aver trovato anche “un’altra azienda” che proponeva un prezzo di addirittura “36,70 euro al pezzo per ordini sopra le 5000 unità“.

Il costo totale dei banchi acquistati dal Commissario Arcuri, al momento è di euro 119 milioni per 430mila pezzi, cioè 280,00 euro cadauno.

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Interessante anche cosa dice nel suo video il docente di scienze naturali Enzo Pennetta, il quale pone una semplice domanda, facendo capire che l’acquisto dei banchi non è altro che una vera e propria riforma del modo di fare didattica: “A cosa serve un banco a rotelle se lo scopo è mantenere la distanza?”.

Pennetta ricorda inoltre che il banco in questione è stato realizzato qualche anno fa negli Stati Uniti d’America per la didattica 2.0, che viene portata avanti senza libri, ma solo con pc e tablet.




 

Il docente aggiunge: “Con il pretesto del Coronavirus si sta introducendo una delle più importanti e radicali riforme della scuola, perché l’ambiente e la struttura scolastica è sostanza”

La Regione Veneto fa dietro front sui banchi a rotelle

La Regione Veneto è la prima a rifiutare i banchi, infatti è lo stesso assessore all’Istruzione Elena Donazzan ad affermare durante un incontro con i sindacati: “Le parole devono essere concrete e utili come lo devono essere i fatti. Bocciamo pertanto interventi assurdi e poco salutari, come lo sono stati i banchi con le rotelle che sono stati ritirati dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena”.




Abbiamo raccolto anche informazioni preziose da due dirigenti scolastici, i quali hanno spiegato ad Il resto del carlino le loro motivazioni.

Amos Golinelli, dirigente dell’Istituto comprensivo di Fiesso Primo Levi, afferma che nella loro scuola i banchi a rotelle sono sottoutilizzati, inoltre che “quando sono arrivati” all’interno dell’edificio hanno provato a disporli in un’aula, ma avendo appurando la scomodità li hanno poi riservati “in un laboratorio”. Il dirigente afferma inoltre che i nuovi banchi “sono troppo scomodi per cinque ore di lezione perché non c’è spazio per il materiale scolastico” e che “vanno bene per conferenze e riunioni, ma non per l’attività didattica quotidiana”.

Fabio Cusin, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Rovigo 3, dichiara invece di non aver richiesto i banchi con le rotelle perché non ne vedeva l’utilità. Poi aggiunge “Questa non è la didattica innovativa: è una sedia con le rotelle. Dubito possano far venire il mal di schiena: nei laboratori ci sono sempre state sedie simili e non hanno mai causato problemi”.




Il segretario generale della UIL scuola Pino Turri comunica invece all’Adkronos che con le nuove assunzioni si sarebbe potuto ridurre il numero di alunni per classe.

“Con l’aumento dell’organico avremmo consentito la diminuzione di alunni per classe”, afferma il sindacalista.

In effetti ridurre il numero di alunni per insegnante significa creare le basi per una condizione di apprendimento ottimale, che certamente non è fatta da un solo insegnante per oltre 20 alunni (situazione attuale in molte classi).

“Ecco il conto: con quanto si è speso, circa 500 milioni di euro complessivi tra banchi tradizionali ed a rotelle, avremmo assunto 16mila persone per un anno, dunque sostenuto 16mila famiglie”…ed avuto “meno problemi alla schiena”, dichiara Pino Turri.

Il segretario UIL parla di “mancanza di visione” e di “programmazione” che hanno “indotto in errore portando a sottovalutare il problema”. Ammonisce poi parlando di “spreco di risorse…di soldi spesi, non investiti…di banchi inutili in assenza di didattica innovativa, nocivi per la schiena ed accatastati nelle terrazze”.

Andrea Ippolito



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