Il Napoli perde ancora. Settima sconfitta per gli azzurri in campionato e, in caso di vittoria della Lazio contro il Cagliari, si scende al sesto posto in classifica. Pandev regala il successo al Genoa, che esce da Marassi con il 2-1 in tasca.

Oltre Pandev, a regalare qualcosa al Genoa è stato il Napoli. Le distrazioni difensive hanno permesso le reti rossoblù: 1-0 con il passaggio suicida di Maksimovic e 2-0 con il contrasto molle di Zielinski al limite dell’area e l’uscita dei difensori centrali che hanno lasciato Pandev da solo in area. Sono segni di una scarsa concentrazione, ed è grave per una squadra che punta alle prime posizione.


In realtà non è stata una gara giocata male dal Napoli per quanto riguarda la creazione offensiva. Il 68% di possesso palla, i 24 tiri, le 9 parate di Perin e la traversa e il palo colpiti vogliono pur dire qualcosa. Una spropositata mole di azioni pericolose che però hanno prodotto soltanto una rete, quella inutile di Politano.

Quella che è mancata è stata la densità e la cattiveria in mezzo al campo. In quasi tutti i contrasti i calciatori del Genoa arrivavano per primi sul pallone e in molte palle vaganti gli azzurri si facevano sorprendere in controtempo, non riuscendo quindi a far ripartire il gioco velocemente. Sono tutti sintomi di una tenacia che è difficile da vedere. Un allenatore come Gattuso, che ha fatto della grinta e dell’attenzione i suoi cavalli di battaglia nella sua lunga carriera, evidentemente non riesce a trasmettere questa grinta e questa attenzione ai giocatori che allena. Ed è una considerazione da fare, qualcosa su cui bisogna riflettere.



Detto di Maksimovic, disastroso in occasione dei due gol avversari e da censurare anche in altri spezzoni di match, anche Manolas non ha messo in campo la sua prestazione migliore. Il greco sta continuando nella sua stagione che lascia a desiderare. L’assenza di Koulibaly si fa sentire e si farà sentire, se la positività del numero 26 si protrarrà nelle prossime settimane. Male anche Mario Rui, che si è intestardito nel voler tentare la conclusione da fuori area ma che non ha centrato mai la porta, e Zielinski, spesso fuori posizione, quando è stato schierato per lavorare da mezzala da inserimento in area e invece andava nella sua metà campo a cercare di farsi servire spalle alla porta e rischiando dribbling nella trequarti campo azzurra.

Positiva invece la partita di Elmas, l’unico a centrocampo che non si è mai arreso negli scontri corpo a corpo, e di Demme, non tanto nel primo tempo quanto nella ripresa, quando ha preso in mano le redini del gioco e ha anche sfiorato la rete. Bene anche Politano, uomo ovunque del Napoli stasera, e Petagna, che fino al momento della sostituzione ha lavorato per la squadra e servito diverse volte ottime palle ai compagni.



Quindi è stato un incontro caratterizzato da un Napoli che si è affacciato tanto, tantissimo, nell’area di rigore genoana, ma che ha interpretato il ruolo del kamikaze servendo su due piatti d’argento le reti che hanno dato i tre punti alla squadra di Ballardini. Serve la scossa per evitare queste disattenzioni sanguinose e sollevare la tacca di cazzimma, cosa che è evidente manca nella testa dei giocatori.

Il prossimo appuntamento è con la Coppa Italia: mercoledì si va a Bergamo per sfidare l’Atalanta nel ritorno della semifinale, dopo lo 0-0 dell’andata. Per il campionato il calendario propone il match più sentito: sabato prossimo ci aspetta Napoli-Juventus.

Salvatore Emmanuele Palumbo




Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano