Un’attesa che inizia tra le mura domestiche, quando dopo aver contattato il 118, si iniziano a contare i minuti e le ore, perché mancano i mezzi di soccorso. Per chi ha a fortuna di essere trasportato al San Leonardo, la trafila continua nel parcheggio dove stazionano le ambulanze con pazienti a bordo perché non ci sono posti letto disponibili.
Nessuna disponibilità di letti e barelle negli spazi comuni e all’esterno delle stanze, la terza ondata pare essersi abbattuta in silenzio, ma con grande rapidità. Ambulanze in sosta, operatori in attesa proprio come i pazienti e impossibilitati nel fornire soccorso ad altre chiamate, bombole d’ossigeno attaccate alla meglio all’esterno dell’ambulanza pur di garantire le prime cure a chi si trova in condizioni gravi, medici che devono destreggiarsi tra le emergenze nei reparti e quelle in “fila”. Un gran senso di frustrazione per gli operatori sanitari e di solitudine e paura per i malati ed i loro familiari.
Una situazione che va degenerando di ora in ora. Tantissimi i positivi con complicanze varie, innescate proprio dall’infezione e per le quali il ricovero è l’unica speranza. Una corsa contro il tempo che, come in un film sembra andare a rallentatore. Ai parenti non resta che monitorare i propri cari nella speranza che dall’altra parte del filo qualcuno riesca perlomeno a rispondere perché anche le linee sono intasate.
Trasferito al centro Covid anche il primario dell’Unità complessa di Medicina d’urgenza del San Leonardo, Pietro Di Cicco dove dirigerà il reparto di Sub intensiva che consta di 40 posti letto e la possibilità di rispondere alle esigenze di malati che arrivano in situazioni più gravi e necessitano del trattamento in sub intensiva.
Tuttavia la città stabiese è anche motore propulsore per la lotta al Covid. Da qui sono iniziate le vaccinazioni del personale sanitario e da ieri le vaccinazioni domiciliari per gli ultraottantenni con problemi di deambulazione.