La Campania resta in zona gialla ancora domani, sabato 20 febbraio, poi rientra nuovamente in “arancione”, dopo un mese e mezzo. La Campania era diventata gialla lo scorso 7 gennaio.

L’Italia del Covid cambia di nuovo i colori. Indice Rt in Italia sfiora l’uno per cento. Da domenica, con la Campania, anche l’Emilia Romagna e il Molise passano in zona arancione. Aumenteranno ancora una volta le restrizioni e sarà ancora una volta la ristorazione a pagarne il prezzo più alto. Sarà possibile spostarsi dal proprio comune solo per motivi di lavoro, salute e necessità.


La riclassificazione del rischio entra in vigore da domenica 21 febbraio e tornano quindi in vigore per almeno 15 giorni le misure previste per la cosiddetta “zona arancione”.

 Cosa si può fare nella zona arancione 

Spostamenti

Si può circolare dalle 5 alle 22 nello stesso Comune. Consentita una sola visita al giorno a casa di parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo due persone più figli minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi. Dai Comuni fino a 5.000 abitanti, spostamenti consentiti anche entro i 30 km dai confini con divieto di andare nei capoluoghi di Provincia. Possibile spostarsi in altri Comuni per lavoro, salute o necessità o per servizi non presenti nel proprio, insomma sarà necessaria una ragione valida e l’autocertificazione (scarica il modello). Se non si dispone di un modello lo forniranno al momento del controllo le forze dell’ordine. Vietato circolare dalle 22 alle 5, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità o salute. Il rientro alla residenza, domicilio o abitazione sempre consentito.


Ristorazione

Consumazione sempre vietata all’interno di bar e ristoranti e nelle adiacenze. Dalle 5 alle 18 permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Consegna a domicilio senza limiti di orario. Vietato consumare cibi e bevande in strade o parchi dalle 18 alle 5.

Scuole

Didattica a distanza per le scuole superiori, fatta eccezione per gli studenti con disabilità e in caso di uso di laboratori; didattica in presenza per scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie, salvo diverse disposizioni locali ordinate da sindaci o Prefetti. Chiuse le università, consentite alcune attività per le matricole e per i laboratori.

Commercio e Centri commerciali

Sono aperti i negozi, mentre i centri commerciali sono chiusi nei giorni festivi e prefestivi. Restano aperti all’interno farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai.


Trasporto locale

Riempimento dei mezzi massimo al 50%, ad eccezione del trasporto scolastico dedicato.

Tempo libero

Chiusi musei, mostre teatri, cinema, palestre e piscine. Aperti i centri sportivi.

Gioco

Sospese le attività di sale scommesse, bingo, sale giochi e slot machine anche in bar e tabaccherie.


Così sul ritorno in zona arancione della Campania da domenica Massimo Di Porzio, presidente del ristoratori di Confcommercio a Napoli e titolare della pizzeria Umberto a Chiaia.
 “Non capisco questo accanimento nei confronti dei ristoranti e dei bar – dice – tutti gli altri negozi restano aperti, tutti possono ammucchiarsi nei grandi store di abbigliamento, nei supermercati. E noi? Ci chiudono; lo trovo insostenibile, bisogna rivedere le regole, lasciare possibilità a chi ha spazio di rimanere aperto per guadagnare quello che ci serve a pagare qualcosa, se chiudiamo di nuovo diventa veramente dura, è una tragedia per un settore già in ginocchio”.
“La chiusura – dice Di Porzio – serve per combattere la movida, ma mentre nei ristoranti ci sono spazi e protocolli applicati, altrove non è così, le persone si vedono dovunque. E’ chiaro che se ho dieci metri quadrati devo chiudere, ma se ne ho 500 posso distribuire i clienti e lavorare. Oppure facciano il lockdown, chiudano tutto per un mese, facciano le vaccinazioni e poi si riparte, ma basta questa incertezza che cambia da un giorno all’altro”.
Di Porzio sottolinea anche le spese, che continuano ad esserci: “Ci è arrivata la Tari dal Comune da pagare entro il 16 marzo in un’unica rata. E’ la stessa cifra del 2019, con un piccolo sconto del 5-10%, che significa? Come si fa a pagare? Per i ristoranti la Tari è una cifra altissima e non abbiamo prodotto gli stessi rifiuti, perché siamo stati chiusi 5 mesi nel 2020 e altri tre mesi abbiamo fatto solo delivery, è assurdo”.


Anche Gino Sorbillo, noto pizzaiolo napoletano, usa toni molto duri commentando la prossima zona arancione per la Campania.  “Chiudere di nuovo sarebbe la mazzata finale. Noi ristoratori non possiamo farci niente, molti hanno già chiuso e tantissimi chiuderanno per sempre se si blocca di nuovo il pranzo che ci avevano lasciato”. “So che la politica può farcela fino a un certo punto, e se le persone abbassano l’attenzione i casi aumentano. E lo hanno fatto. Natale, anche San Valentino, tutti hanno abbassato la guardia. Più passa il tempo e più le persone si ritrovano anche in maniera segreta. Dovunque in Italia ci sono serate in casa, 10-15 persone che mangiano la pizza, che bevono l’aperitivo quando finiscono di lavorare. La popolazione non ce la fa più ma non si può pensare che se faccio una serata a casa con gli amici il virus non entra”. Sorbillo fa un quadro ampio: “Noi tutti, e comprendo anche la politica e la comunità scientifica, affrontiamo una cosa più grande di noi. A marzo 2020 mi sono esposto dando una prospettiva grave per ristorazione e bar, ho fatto appelli pubblici. All’epoca ironizzavano sulle mie iniziative, mi dicevano che ero pazzo, che ingigantivo le cose, che la faceva tragica e invece i fatti mi hanno dato pienamente ragione”.


E ora con la zona arancione si abbandona anche il pranzo al ristorante: “Era una boccata d’ossigeno – dice Sorbillo – ora torniamo a un anno fa, e riprendiamo da zero la lotta alle varianti. Io penso che i ristoranti mantengono le distanze, non si può chiudere di nuovo. Già molti ristoratori hanno chiuso definitivamente per i fitti che si sono accumulati, sono stati sfrattati, le utenze vanno avanti. Ma poi questa chiusura improvvisa non ha senso, noi lavoriamo con merce deperibile, pomodoro, mozzarella, pasta che se lievita e non viene usata ‘scoppia’. Ci serve una previsione. E invece no, chiusura di nuovo mentre supermercati, negozi, gallerie commerciali restano aperte. C’è un accanimento contro la ristorazione”.



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